Brutte notizie in arrivo per i sostenitori dei DRM: giunge direttamente da Twitter la voce riguardante la scoperta di un sistema per bypassare il controllo imposto sui contenuti multimediali di ultima generazione, finalizzato alla verifica dell’autenticità di tale materiale. Se tutto ciò dovesse rivelarsi vero, l’intero progetto di lotta alla pirateria subirebbe un duro colpo alle proprie fondamenta.
Alla base dei controlli vi è infatti uno standard, denominato HDCP, implementato su dispositivi quali ad esempio Blu-Ray, HD DVD e simili, che tramite l’utilizzo di chiavi di crittografia riesce a rilevare immediatamente se la copia in riproduzione è autentica o meno. Ogni qual volta si riproduce un contenuto multimediale, solo nel caso in cui il dispositivo di lettura riesca a decriptare il flusso di dati tramite la chiave fornita dalla sorgente l’operazione va a buon fine.
Il metodo individuato per mettere in crisi la fase di controllo fa uso di una “chiave master”, grazie alla quale sarebbe possibile generare nuove chiavi riconosciute dai riproduttori multimediali, e dunque creare copie pirata di film e quant’altro senza alcun problema. Già da qualche tempo era possibile trovare in circolazione strumenti per il ripping di dischi Blu-Ray. Non sono ancora note maggiori informazioni su chi sia riuscito ad individuare la chiave principale, né su come ci sia riuscito, ma come riporta Engadget, se quanto trapela dovesse diventare realtà, l’intero sistema DRM potrebbe crollare.
Secondo Niel Ferguson, sarebbe sufficiente conoscere le chiavi di soli 50 dispositivi differenti per poter mettere in crisi il sistema HDCP nel suo complesso: tesi, questa, già approfondita dal ricercatore nel 2001, e ora probabilmente sfruttata egregiamente da colui il quale è riuscito ad individuare la falla. Quest’ultimo, nel frattempo, sembra essersi deciso di rendere nota la chiave tramite un ulteriore post sul proprio account Twitter: il link fornito dall’autore fa riferimento ad una matrice numerica, composta da 40 blocchi, ognuno contenente altri 40 elementi. Resta da verificare l’effettiva funzionalità di tale chiave crittografica ma, se dovesse risultare il passepartout verso la creazione di ulteriori chiavi riconosciute dagli strumenti di riproduzione multimediale, spianerebbe nei fatti la strada alla pirateria di nuova generazione.
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