La spesa per l’advertising online negli USA sale nel 2010 a quota 25,8 miliardi di dollari contro i 22,8 miliardi spesi per la pubblicità sui prodotti dell’editoria cartacea. Trattasi di un sorpasso storico, un incrocio tra due trend opposti che segnalo un cambiamento di orizzonte ormai ineluttabile.
Dopo il crollo del 2008 il mondo dell’editoria ha stabilizzato i propri bilanci, ma il segno negativo di fine anno ancora non scompare: il settore è in piena crisi di identità ed ancora non sa trasferire verso i nuovi media le strutture secolari su cui il comparto ha tradizionalmente costruito le proprie fortune. Ne consegue un sorpasso inevitabile: dopo un 2010 che va a chiudersi in sostanziale parità, nel 2011 il gap si farà più consistente e renderà il cambio dei ruoli ancor più evidente.
Secondo i dati eMarketer, nel 2010 l’advertising USA (le valutazioni possono però essere facilmente traslate a livello internazionale, se non altro in prospettiva futura) crescerà del 3% raggiungendo quota 168 miliardi di dollari. Ma trattasi di un dato pesantemente differenziato al proprio interno: -8,2% per l’editoria tradizionale, con proiezione a -6% per l’anno venturo. Tali dati sono controbilanciati dalla crescita della Rete, il che comporta un computo complessivo in attivo per il settore.
La crescita dell’advertising online è la logica conseguenza di uno spostamento dei tempi di fruizione dei media. Sempre di più, infatti, la popolazione USA sposta i propri interessi online togliendo così tempo alla tv, alla radio e ad altri media. Tale mutamento nelle abitudini d’uso modifica gli investimenti inseguendo l’utenza ove l’utenza ripone le proprie attenzioni.
La crescita dell’advertising online negli USA è pertanto un buon segno che giunge da una avanguardia del settore: advertiser, editori e utenti europei sono avvisati.