Per la prima volta Apple ha rilasciato un rapporto sulle sue aziende fornitrici. Un documento testuale dettagliato, che mostra 156 fornitori tra cui grandi nomi come Sony, Intel, Samsung e Foxconn; quest’ultima ha trascinato Apple nei guai quando quattordici lavoratori della compagnia sono morti presso gli stabilimenti Foxconn nel 2010. Da allora, la società di Cupertino ha deciso di essere più trasparente circa le condizioni di lavoro di tutta la sua catena di fornitori ed il nuovo documento diramato rappresenta la dimostrazione prima delle buone intenzioni del gruppo.
Nel proprio report Apple non mostra semplicemente l’elenco degli impianti industriali, ma i dettagli dei controlli effettuati l’anno passato. Nel suo rapporto del 2012 relativo alla responsabilità dei fornitori, Apple dichiara che ci sono state meno violazioni nel 2011 rispetto al 2010, sulla base di 229 controlli effettuati, contro i 288 fatti fra il 2007 e il 2010. L’analisi prende sotto esame tutte le aree della catena di distribuzione, a partire dai componenti di assemblaggio. Le violazioni hanno toccato diversi ambiti dei diritti del lavoro, tra cui problemi nei pagamenti, rischi ambientali, indennità per i dipendenti e, addirittura, episodi di lavoro minorile.
Ecco di seguito alcuni dati particolarmente esemplificativi circa la precaria situazione lavorativa negli impianti industriali dei fornitori Apple nel 2011:
- I fornitori Apple erano in conformità con le 60 ore di lavoro settimanale solo nel 38% del tempo lavorativo totale;
- 93 strutture hanno registrazioni che dimostrano che oltre il 50% dei lavoratori aveva superato 60 ore di lavoro settimanale;
- 108 aziende su 229 non hanno pagato gli straordinari come richiesto dalla legge vigente in materia;
- In 90 impianti i dipendenti avevano lavorato più di 6 giorni consecutivi almeno una volta al mese;
- In 37 strutture mancavano controlli per garantire ai lavoratori un giorno di riposo almeno una volta ogni sette giorni;
- In 5 impianti ci sono stati sei casi di manodopera minorile. Ci sono stati anche 13 casi storici di lavoro minorile;
- 68 impianti non hanno fornito indennità (assicurazioni, esami fisici gratuiti di idoneità lavorativa) come richiesto dalla legge;
- 49 impianti non hanno concesso ai dipendenti un congedo retribuito o un periodo di ferie;
- 56 impianti non dispongono di procedure per prevenire la discriminazione verso le donne in gravidanza; sono stati condotti 24 test di gravidanza;
- 18 impianti sono stati sottoposti a controllo per l’epatite B; 52 impianti non dispongono di procedure per prevenire la discriminazione sulla base di questi test;
- 3 impianti hanno mentito ai revisori dei conti o hanno dato risposte fuorvianti in merito ai dati su stipendi e ore di lavoro;
- 112 impianti non depositavano, spostavano o manipolavano correttamente sostanze chimiche pericolose;
- 69 impianti non riciclavano né smaltivano correttamente rifiuti pericolosi; 74 non eseguivano procedure corrette di gestione in materia di riciclaggio e smaltimento rifiuti;
- La gestione impropria di polvere combustibile ha portato a morti e feriti in 2 impianti (uno ha corretto le proprie procedure, l’altro ha chiuso); Foxconn ha perso 4 dipendenti, e 18 son rimasti feriti. Nello stabilimento di Ri-Teng sono rimasti feriti 59 operai.
I numeri si commentano da soli e sono decisamente inquietanti. Nonostante ciò, Apple dichiara che la situazione sta migliorando. Facendo un confronto, secondo i dati forniti dal report, nel 2010 erano stati registrati 91 casi di lavoro minorile mentre quest’anno non è stato trovato nemmeno un caso intenzionale. Apple sottolinea che gli impianti dei fornitori non hanno gli strumenti adeguati per verificare la reale età degli operai o il possesso di documenti falsi, cercando di giustificare così in parte il dilagare del lavoro minorile negli impianti delle aziende fornitrici.
Tuttavia, per tenere meglio sotto controllo la situazione anche a livello economico, Apple ha deciso di assumere una squadra indipendente di revisori, la Fair Labor Association (LBA), i cui risultati verranno mostrati solamente sul sito ufficiale. Infine, la società di Cupertino ha ampliato il programma di supporto per tutti i dipendenti degli impianti di assemblaggio finale, che permette loro di apprendere nozioni su finanza, computer, inglese e altre materie. Hanno già partecipato oltre 60.000 operai.