Quella di Google Street View è una storia dai risvolti oscuri che ha dominato le pagine dell’informazione tecnologica negli ultimi anni. Cittadini e associazioni si sono scagliati infatti contro la famosa Google Car, studiata per scattare foto e raccogliere informazioni sulle strade per i servizi di Street View, colpevole di essersi appropriata indebitamente di dettagli personali degli utenti al fine di rivenderle a partner di terze parti per scopi pubblicitari. E mentre altrove la posizione del gruppo di Larry Page è ormai stata archiviata, nel Regno Unito la vicenda potrebbe aprirsi soltanto ora.
Dopo che nel 2010 la Information Commissioner aveva definito colpevole Google ma in maniera involontaria, dunque impunibile, oggi si scopre una inquietante verità: le Google Car erano progettate apposta per raccogliere dati. La questione, che sembrava definitivamente chiusa, si riapre pertanto oggi con scenari clamorosi che potrebbero mettere in cattiva luce il colosso di Mountain View, visto che le leggi sulla privacy in Europa sono decisamente più rigide e severe rispetto quanto avviene negli Stati Uniti.
L’ufficio della Information Commissioner fa sapere di essere allo studio su di un rapporto pubblicato il mese scorso dalla controparte americana, la FCC, nel quale viene scritto chiaramente che l’azienda era perfettamente consapevole della cosa e di aver progettato di proposito le Google Car affinché raccogliessero informazioni personali degli utenti durante il loro tragitto per le strade, formalmente durante le operazioni di registrazione delle immagini per il servizio Street View.
Un portavoce della commissione aggiunge che saranno fatte tutte le valutazioni del caso per accertare la posizione del colosso, che nel novembre del 2010 aveva assicurato come tutto fosse frutto di un errore, e non si sarebbe comunque mai più ripetuto in futuro. Ma le dichiarazioni di un ingegnere interpellato nelle indagini della FCC smentiscono, perché secondo la sua testimonianza Google non solo era conscia di quanto stesse accadendo, ma aveva intenzione di riutilizzare eventualmente i dati per altri servizi.
Le informazioni private raccolte comprendono dati come conversazioni di messaggistica istantanea, URL, nomi utente e password e foto tutte tratte da reti WiFi private non criptate. Seguiranno aggiornamenti nelle prossime settimane, quando dal Regno Unito si capirà se per Google sta per riaprirsi un problema che sembrava ormai definitivamente messo alle spalle.
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