Il mondo dell’advertising in salsa mobile necessita di nuove soluzioni utili ad ottenere informazioni riguardanti gli utenti per meglio organizzare le proprie campagne pubblicitarie, spingendosi anche oltre i limiti imposti dalle case produttrici. Ad evidenziare tale fenomeno è il Wall Street Journal, una cui fonte ha suggerito un teorema secondo cui diverse aziende operanti nel campo della pubblicità stiano individuando nuove soluzioni utili ad aggirare le barriere imposte da Apple per garantire il rispetto della privacy dei propri utenti.
Secondo il Journal, dunque, le società di advertising avrebbero già individuato nuovi dati da poter utilizzare al fine di comprendere nel dettaglio usi e costumi di ciascun cliente, così da poter mostrare ad ognuno di essi una pubblicità coerente con le informazioni a disposizione. Dopo aver perso la possibilità di sfruttare l’UDID dei terminali iOS, con l’azienda di Cupertino che ha avviato una campagna di rimozione delle app che ne fanno uso all’interno dell’App Store, sarebbero stati individuati quindi nuovi sistemi di tracciamento, basati su informazioni relative all’Open Device Identification Number, identificativo legato alla gestione delle reti Wi-Fi.
Gli esperti di marketing ed advertising, del resto, hanno in più occasioni sottolineato come la mancanza di informazioni relative ai nuovi potenziali clienti possa rappresentare per l’intero settore un danno tanto grave da causare perdite complessive per svariati milioni di dollari a settimana. La necessità di ottenere tali dettagli, tuttavia, cozza contro quelle che sono le esigenze di gruppi come Apple ed altri produttori, finiti diverse volte nell’occhio del ciclone per motivi legati alla privacy degli utenti ed intenzionati a fare in modo che essa venga rispettata.
Benché anonime, le informazioni che le società che organizzano campagne pubblicitarie intendono ottenere potrebbero in qualche modo consentire loro di scavare così a fondo da ottenere un profilo univoco da ricollegarsi poi ad uno specifico utente, la cui riservatezza sarebbe quindi giocoforza compromessa. Sulla base di tale potenziale pericolo diversi enti ed istituzioni si sono quindi battuti a lungo per far sì che l’utilizzo di dispositivi mobile non diventi motivo di timore per i cittadini e quanto riportato dal WSJ potrebbe dunque essere soltanto l’inizio di un nuovo caso.