Da diverso tempo al centro delle attenzioni per problematiche legate alla privacy dei cittadini, Street View ottiene un’importante vittoria in Svizzera. Il tribunale di Losanna ha infatti ribaltato una sentenza che obbligava Google ad essere assolutamente perfetto dal punto di vista della gestione della riservatezza delle persone riprese dalle telecamere delle Google Car, lasciando al gigante delle ricerche un margine d’errore pari all’1%. Contemporaneamente, però, in quel di Mountain View si impegnano a rendere più semplice la rimozione del proprio volto dal database dell’azienda.
Secondo quanto stabilito da giudici, insomma, Google dovrà presto integrare nuovi tool che rendano più semplice il processo di oscuramento di un volto da parte degli utenti, permettendo loro di ottenere la tanto desiderata privacy qualora gli algoritmi dell’azienda facciano cilecca nell’individuare una persona nelle foto scattate. La società, inoltre, dovrà garantire massima affidabilità quando riprende zone particolarmente importanti quali scuole, tribunali, carceri, ospedali ed altre strutture di interesse pubblico.
Tra le altre decisioni, poi, le autorità hanno confermato la sentenza che impone al gigante delle ricerche di non pubblicare fotografie di giardini privati scattate a quote superiori ai 2 metri di altezza. Nel complesso, poi, l’azienda di Mountain View si è dichiarata piuttosto soddisfatta della nuova sentenza, la quale muove un importante passo nella direzione del servizio di cartografia più apprezzato al mondo ma contemporaneamente tra i più criticati proprio a causa di Street View.
Il nuovo verdetto, quindi, trova un compromesso a metà strada tra le esigenze di Google di operare senza il timore di ripercussioni dal punto di vista legale qualora i propri software si rivelino imperfetti e quelle delle autorità svizzere che intendono far rispettare le leggi vigenti in materia di privacy. Un prodotto software quale l’algoritmo di scansione delle immagini alla ricerca di volti in Street View, d’altro canto, non può in ogni caso esser ritenuto efficace al cento per cento e la decisione dei giudici svizzeri sembra esser basata proprio su tale considerazione, invitando tuttavia Google a fare in modo che gli errori non superino l’1% dei volti presenti in archivio.