PayPal offre ricompense agli hacker

PayPal rinnova il proprio sito e lancia un'iniziativa volta a ricompensare gli hacker che troveranno bug sulla piattaforma e sui propri servizi.
PayPal offre ricompense agli hacker
PayPal rinnova il proprio sito e lancia un'iniziativa volta a ricompensare gli hacker che troveranno bug sulla piattaforma e sui propri servizi.

Nelle ore in cui PayPal lancia un’importante riprogettazione del proprio sito Web, l’azienda annuncia anche un’iniziativa volta a premiare quei ricercatori nel campo della sicurezza informatica (leggasi hacker) che troveranno bug sulla piattaforma. In pratica, PayPal offrirà una ricompensa in denaro a chiunque riesca a trovare una falla in uno dei propri prodotti.

La mossa è stata annunciata dal CEO di PayPal Michael Barrett, e segue la scia di quanto fatto da Google, Facebook e Mozilla, team che hanno già lanciato programmi di tale genere. Secondo Barrett, si tratta a tutti gli effetti del modo più semplice ed efficace per «aumentare l’attenzione dei ricercatori sui servizi basati su Internet», i quali potranno operare su quattro differenti aree: SQL Injection, CSRF (Cross Site Request Forgery), XSS (Cross Site Scripting) e Authentication Bypass.

L’hacker di turno che noterà una qualunque falla di sicurezza in uno dei servizi PayPal dovrà solamente provvedere a inserire quanto scoperto in un questionario online appositamente realizzato e criptato, dopo di ché verrà contattato dal team di Barrett e riceverà la ricompensa che gli spetta. PayPal non ha però reso noto a quanto ammonteranno i pagamenti minimi e massimi, dunque un hacker non saprà quanto riceverà fino all’ultimo. Si ricorda che Mozilla paga anche una generosa cifra di 3 mila dollari per ogni bug trovato che la società ritiene importante.

Con questa iniziativa, PayPal si dimostra attenta alla sicurezza della propria piattaforma e dei propri servizi. Come però ricorda il CEO Michael Barrett, mentre altre aziende operanti online hanno già proposto agli hacker una taglia per ciascun problema che viene rilevato sui propri siti, questa è la prima volta che una società che si occupa di servizi finanziari lancia una mossa del genere. Ogni falla, del resto, potrebbe pesare su PayPal più che su qualsivoglia servizio non dedito ai pagamenti online. Il vantaggio di una community collaborativa potrebbe essere pertanto molto alto. Così come, ma su questo non v’è conferma, le relative remunerazioni.

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