Il cloud computing di Google compie un importante passo in avanti: confermando i rumor giunti nei giorni scorsi, infatti, la società ha presentato Compute Engine, un nuovo sistema volto alla realizzazione di quello che viene definito Infrastracture As A Service (IaaS). Grazie a Compute Engine sarà possibile dunque installare una macchina virtuale personale all’interno della complessa infrastruttura di Mountain View, con chiari benefici dal punto di vista delle performance e della gestione.
Sfruttando il nuovo servizio messo a disposizione da Google, insomma, ciascun cliente avrà una propria istanza di Linux mediante macchina virtuale, la quale girerà sullo stesso hardware che anima quotidianamente le principali applicazioni realizzate dall’azienda, senza preoccuparsi della manutenzione dei server. Grazie al lavoro compiuto dagli ingegneri del colosso delle ricerche si avrà quindi a disposizione un’infrastruttura scalabile, usufruendo delle risorse effettivamente necessarie alla computazione delle attività eseguite dalla propria macchina virtuale.
Ciascuna macchina avrà a disposizione 1, 2, 4 oppure 8 core virtuali, ciascuno accompagnato da 3.75 GB di memoria RAM: a seconda delle proprie necessità, insomma, sarà possibile ottenere un sistema in grado di rispondere egregiamente ai carichi di lavoro di cui si ha bisogno, sfruttando inoltre le ultime tecnologie a disposizione del gruppo in termini di connettività. A parità di costi, spiega il colosso californiano, sarà possibile ottenere circa il 50% in più di prestazioni rispetto alle soluzioni attualmente disponibili sul mercato.
Google, inoltre, garantisce circa la continua efficienza dell’intera infrastruttura, così che le applicazioni installate all’interno di ciascuna virtual machine siano sempre disponibili, indipendentemente dalla loro complessità, senza che quest’ultima sia causa di degrado per le performance. Per controllare le risorse a propria disposizione, poi, i clienti potranno sfruttare sia alcuni tool da riga di comando che una comoda interfaccia Web, mentre la collaborazione con alcune società esterne metterà a disposizione alcuni strumenti in grado di consentire una semplice migrazione delle proprie app verso i servizi targati Mountain View.