Apple risponde ai Google Glass?

Apple registra brevetti per un dispositivo di visualizzazione simile ai Google Glass, pronta la risposta agli occhiali per la realtà aumentata?
Apple risponde ai Google Glass?
Apple registra brevetti per un dispositivo di visualizzazione simile ai Google Glass, pronta la risposta agli occhiali per la realtà aumentata?

Apple potrebbe decidere di rispondere al progetto Google Glass. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, infatti, il colosso di Cupertino ha depositato domanda per un brevetto nel lontano 13 ottobre 2006 per un dispositivo di elaborazione indossabile che consente la proiezione dell’immagine su un apparecchio di visualizzazione pensato per essere applicato sul capo in maniera che proietti immagini davanti gli occhi dell’utente. Una spiegazione un po’ fantascientifica che comunque è abbastanza chiara per capire come Apple potrebbe muoversi per rispondere all’ambizione del colosso di Mountain View, tentando comunque di prendere una strada differente.

Se Google Glass è essenzialmente un display mobile con funzioni da smartphone, l’intento della mela morsicata sarebbe quello di fare il passo successivo, ovvero fornire all’utente un display computer da portare sempre in giro. Il sistema di Apple è progettato infatti per generare un dispositivo full immersion, piuttosto che da “passeggiata” come si prefigge invece di fare Google Glass. Per questa ragione le immagini verrebbero proiettate in modo da non arrecare mai fastidio all’utente, ma piuttosto renderle parte del mondo che lo circonda. Nessun affaticamento visivo, totale immediatezza.

Brevetto Apple anti-Google Glass

Brevetto Apple anti-Google Glass

Non è la prima volta del resto che si parla di “computer indossabili” per quanto riguarda Apple. Già nel 2010 il New York Times aveva anticipato il progetto, e nel 2008 erano arrivate notizie circa la registrazione di brevetti per tecnologie in tal senso. Difficile dire quando e se l’azienda di Cupertino si imbarcherà davvero in un’iniziativa del genere, ma le proprietà intellettuali sono pronte per essere sfruttate, o eventualmente anche per mettere i bastoni tra le ruote a Google.

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