L’Unione Europea intende rendersi protagonista di una profonda revisione dei meccanismi con cui oggi vengono gestite le licenze per la distribuzione di contenuti musicali all’interno dei paesi dei confini europei. Con una proposta che verrà ora portata avanti una volta ascoltate le parti chiamate in causa, la Commissione Europea delinea pertanto un mercato unico che da tempo viene auspicato da più fronti, sul quale l’industria potrà costruire tanto un sistema comune più efficiente e remunerativo, quanto un nuovo caposaldo nella lotta alla pirateria (basato su di un approccio costruttivo alla materia, rimuovendo ostacoli che non contribuiscono alla formazione di una offerta di base all’altezza delle aspettative).
La proposta si pone un obiettivo tanto semplice quanto ambizioso: abbattere quelle resistenze che oggi rendono complesso il mercato delle licenze e costringono il mondo della distribuzione ad accordi singoli, stato per stato. La creazione di un mercato unico europeo, infatti, andrebbe ad abbattere tempi e costi di tale procedura, aprendo pertanto ad importanti opportunità in grado di restituire fondamentali vantaggi anche a livello economico. Un modello basato oggi su di un quadro estremamente frammentato, composto da ben 250 società di gestione dei diritti, andrebbe a confluire in un contesto più fluido e concorrenziale, nel quale chi detiene i diritti ha maggior voce in capitolo e nel quale i confini non sono più un elemento di ostruzione.
La multiterritorialità diventa pertanto un ingrediente fondamentale nella ricetta del mercato musicale del futuro, ove la Rete avrà sempre più voce in capitolo ed in virtù della sua transnazionalità impone scelte e modelli che vadano al di là di divisioni che non ricalcano né lo schema proprio della domanda, né lo schema proprio dell’offerta. Nel momento in cui iTunes, Spotify o altri servizi vorranno trattare la gestione di particolari contenuti, insomma, avranno a disposizione riferimenti più chiari ed interlocutori in grado di dare risposte a nome dell’intero mercato europeo. Il che cambia radicalmente le carte in tavola rispetto al recente passato.
Spiega Michel Barnier, commissario per il mercato interno:
Abbiamo bisogno di un singolo mercato digitale europeo che funzioni per i creatori, per i consumatori e per chi offre i servizi. Società di collecting più efficienti renderanno più semplice ai provider l’offerta di servizi oltre i confini […]. Più in generale, ogni società di collecting dovrà assicurare che i creatori siano remunerati più rapidamente per le proprie opere e dovranno operare in piena trasparenza.
La proposta viene raccolta positivamente anche in Italia ove la SCF («il consorzio che gestisce in Italia la raccolta e la distribuzione dei compensi, dovuti ad artisti e produttori discografici, per l’utilizzo in pubblico di musica registrata, come stabilito dalle direttive dell’Unione Europea e dalla legge sul diritto d’autore») definisce l’idea come un «importante passo in avanti nello sviluppo di un settore che rappresenta quasi il 25% del mercato della musica in Italia». Spiega Enzo Mazza, Presidente del consorzio:
La commissione ha stabilito regole di trasparenza e di governance nell’amministrazione dei diritti che sono fondamentali in un’era, quella digitale, dove i diritti si frammentano sempre di più ed è necessario che ogni titolare possa ricevere proventi sulla base delle effettive utilizzazioni. Il nostro consorzio ha già in essere regole di trasparenza e meccanismi di controllo avanzati ed in linea con le disposizioni comunitarie, anche con riferimento alla non esclusività dei mandati, e accogliamo pertanto con favore l’armonizzazione proposta da Bruxelles.
Inevitabilmente la proposta è destinata a partorire importanti risultanze anche sul fronte della lotta alla pirateria. Poter distribuire rapidamente e senza ostacoli i prodotti all’interno del mercato europeo, infatti, impedisce che taluni prodotti possano essere disponibili a macchia di leopardo o con tempistiche differite in base al mercato di appartenenza: così facendo si riduce la finestra entro cui la pirateria può agire indisturbata in qualità di mercato alternativo nel quale reperire rapidamente i contenuti desiderati.
Un mercato unico, trasparente e concorrente: l’Europa ha le idee chiare e la proposta non potrà che essere accolta con estremo favore da chi crede nelle prospettive della dimensione online dell’esperienza musicale.