“The Song”, il nuovo e commovente spot di Apple per Natale, ha colpito nel segno: il filmato ha ottenuto i favori di pubblico e critica. E sarà forse per questo motivo che l’azienda di Cupertino ha deciso di rilasciare un documento di backstage, per spiegare da dove sia arrivata l’idea e quali siano le tecnologie audio che collegano gli anni ’40 e ’50 alla modernità musicale.
In molti si saranno chiesti cosa fosse quel “Voice-O-Graph” inquadrato nello spot, un disco in vinile usato un tempo come messaggio vocale per i parenti lontani. Grazie all’aiuto della Third Man Records di Jack White, società che conserva a Nashville uno di questi apparecchi nati durante la Seconda Guerra Mondiale, Apple ne illustra le caratteristiche.
Un tempo non vi era ovviamente Siri a prendere appunti, né la possibilità di lasciare un messaggio per l’amato sulla segreteria telefonica virtuale, dei dati sonori trasformati in bit sulla nuvola. Così esistevano delle cabine automatiche, simili a quelle attuali per le fototessere, che permettevano di registrare la propria voce su vinile per pochi dollari. Per la prima volta la gente comune ha potuto sentire la propria voce registrata, spiega il filmato, per quello che di fatto è stato uno dei primi step per la comunicazione moderna.
Lo spot, interpretato da veri musicisti tra cui Dana Williams nella parte della nipote e Rhiannon Giddens in quella della nonna da giovane, si concentra poi su come sia cambiato il modo di far musica negli anni. L’accento è ovviamente su GarageBand, software usato dalla protagonista per registrare lo straordinario duetto della campagna pubblicitaria, uno strumento che permette a chiunque di trasformarsi in musicista e di pubblicare in Rete le proprie opere nel giro di pochissime ore. Ed è proprio Rhiannon Giddens a spiegare il senso di questo intervento pubblicitario, che non vuole concentrarsi sulle caratteristiche tecniche dei dispositivi Apple, ma su quello che i device possono fare per migliorare la vita delle persone:
Per me non importa quale sia la tecnologia, importa quel che puoi farci. Che sia GarageBand o la registrazione di un disco in una cabina per dire a qualcuno che lo ami: non è lo strumento, è il messaggio.