Sebbene iOS non sia più da tempo il sistema operativo mobile più diffuso, battuto dal rivale Android, l’ambiente digitale di Apple continua a primeggiare nel settore delle app. La società d’analisi Fiksu ha reso disponibili le rilevazioni dello scorso novembre, un periodo molto importante perché apripista delle celebrazioni natalizie, anticipate dalla Festa del Ringraziamento negli USA. E App Store raggiunge cifre da vero e proprio record, confermandosi come il negozio virtuale di applicazioni più gettonato dai consumatori.
La società ha voluto rilevare i dati di download delle prime 200 applicazioni iOS nella classifica di App Store, separando ovviamente i dati fra software gratuito e a pagamento. La cifra complessiva è impressionante: App Store raggiunge una soglia media di 8 milioni di download al giorno, 8.1 nelle settimane più calde di novembre, con un aumento del 42% rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente.
Aumentano i download, ma si modificano le abitudini di utilizzo e pagamento da parte dei consumatori. Diminuisce il CPLU, il “Cost Per Loyal User”, ovvero l’indice di guadagno per i clienti affezionati o sottoscrittori: rispetto allo scorso anno, scende del 12%, attestandosi su 1.58 dollari. Allo stesso tempo, però, crescono gli acquisti in-app: il ricorso a questa modalità, che permette di sfruttare contenuti aggiuntivi rispetto a quelli di default nelle applicazioni, riceve una spinta di ben 21 punti percentuali. Infine, in ascesa anche la frequenza con cui l’utente apre una medesima applicazione, sintomo di gradimento e fedeltà al prodotto: un aumento fino a 11.5 aperture medie al mese, contro le 9,4 del 2013.
Allo stesso modo, migliorano anche le possibilità di investimento da parte dei devoloper. L’indice Cost Per Launch (CPL), ovvero la cifra necessaria per attirare gli utenti mobile alla propria applicazione, è sceso del 20% rispetto dallo scorso ottobre e del 25% rispetto allo scorso anno. In altre parole, App Store rimane l’environment digitale più di successo per promuovere software e, di conseguenza, anche per guadagnare con il revenue sharing.