Nel corso del fine settimana il mondo del Web e dell’informatica ha perso uno dei suoi nomi più importanti, una delle figure che hanno contribuito a plasmare la Rete per come tutti oggi la conosciamo. Il programmatore statunitense Ray Tomlinson è morto nella giornata di sabato all’età di 74 anni, secondo quanto riportano alcune fonti a causa di un attacco cardiaco.
Ray Tomlinson
È stato nell’ormai lontano 1971 l’inventore delle email, uno strumento ancora oggi utilizzato quotidianamente per comunicazioni di ogni tipo. Nato nel 1941 ad Amsterdam (non la capitale olandese, ma l’omonima città nello stato di New York), studiò nella grande mela e diventò ingegnere elettrico nel 1963. Successivamente entrò al MIT (Massachusetts Institute of Technology) per completare il percorso formativo, collaborando con il team Speech Communication Group alla realizzazione di un sintetizzatore vocale analogico. A lui si attribuisce anche la scelta del carattere “@” come icona identificativa per gli indirizzi di posta elettronica.
La prima email
Nel 1967 si unì alla società BBN (Bolt, Beranek and Newman) per sviluppare il sistema operativo TENEX: fu lì che prese corpo l’idea di realizzare un programma chiamato CPYNET per il trasferimento dei dati attraverso la rete ARPANET, ovvero la tecnologia dalla quale successivamente nacque l’attuale Internet. Il suo compito fu quello di modificare un software allora conosciuto come SNDMSG e utilizzato per spedire messaggi a tutti gli utenti che utilizzavano lo stesso computer, ma in momenti diversi: l’intuizione fu quella di implementare parte del codice di CPYNET in SNDMSG, così da poterli spedire anche ad altri computer.
Una curiosità: il testo della prima email inviata fu qualcosa di simile a “QWERTYUIOP”. Lo stesso inventore ha ammesso più volte di non ricordarne con precisione il contenuto. Paradossalmente, nei primi tempi il sistema non è stato considerato importante, tanto che quando Tomlinson lo ha mostrato al collega Jerry Burchfiel, questo ha commentato in una maniera che oggi riesce a strappare un sorriso.
Non dirlo a nessuno! Non è ciò a cui dovremmo lavorare.