Ci sono voluti ben 17 anni e 10 miliardi di euro ma, adesso, il sistema di navigazione satellitare Galileo è pronto ad entrare in funzione giovedì 15 dicembre e promette di offrire una piattaforma migliore di quella offerta dagli Stati Uniti d’America (GPS) e dalla Russia (GLONAS). Galileo, inoltre, permetterà al’Europa di rendersi indipendente anche sul fronte dei sistemi di posizionamento satellitare. Il supporto a Galileo, in questa prima fase iniziale, sarà garantito solo su alcuni dispositivi che comunque potrebbero aver necessità, in ogni caso, di ricevere un piccolo aggiornamento software. Tra i primi dispositivi potenzialmente compatibili con il sistema Galileo, tutti quelli basati sui processori Snapdragon 820, 652, 650, 625, 617 e 435 di Qualcomm.
In futuro, ovviamente, molto più prodotti risulteranno compatibili con la nuova piattaforma satellitare europea. Galileo oggi può contare su 18 satelliti che saliranno a 26 entro due anni e su 30 in futuro. Galileo, secondo la Commissione Europea e l’Agenzia Spaziale Europea, sarà pienamente operativo nel 2020 quando riuscirà a fornire dati con una precisione di un metro, possibile grazie all’utilizzo di sofisticati orologi atomici. In questa prima fase, sino a che il sistema non sarà andato a regime, la piattaforma si appoggerà anche al sistema GPS americano per migliorare il segnale. L’estrema precisione di Galileo non servirà solamente per i semplici sistemi di navigazione satellitare perchè permetterà a molte piattaforme che utilizzano i dati dei satelliti di migliorare le loro prestazioni.
Si pensi, per esempio, alle auto a guida autonoma che utilizzano moltissimi i dati dei satelliti. Una migliore precisione del posizionamento significa garantire una guida autonoma più accurata e quindi più sicura.
La piattaforma Galileo, anche quando sarà a pieno regime, garantirà, sempre, la piena compatibilità con i sistemi GPS e GLONASS. Ovviamente, potrà funzionare anche in perfetta autonomia.
La Commissione Europea si aspetta, inoltre, che che il progetto alla fine diventi anche un’importante business commerciale. Per l’Europa, infatti, sempre più servizi richiedono l’utilizzo di queste piattaforme ed entro il 2020 il mercato dovrebbe valere circa 244 milioni di euro.