Sky ha annunciato che a partire dal prossimo primo aprile 2018 tornerà a fatturare i suoi abbinamenti su base mensile e non più ogni 4 settimane o 28 giorni. Anche la TV satellitare ha deciso di adattarsi alle disposizioni della nuova legge 172/2017 e di tornare a fatturare i suoi servizi su base mensile. Proprio come TIM, Vodafone, Wind e 3 Italia, anche Sky ha iniziato ad avvisare i suoi clienti di questa importante variazione contrattuale.
Nonostante i canoni degli abbonamenti annuali scendano da 13 a 12, il costo complessivo non cambierà. Sky, infatti, ha fatto sapere che spalmerà il costo annuale sulle 12 mensilità. Dunque, i clienti dovranno attendere di ricevere delle bollette più care, anche se il costo annuale complessivo rimarrà sempre il medesimo. Una soluzione che ricalca quella attuata dagli operatori di telefonia mobile e che non sta affatto piacendo alle associazioni dei consumatori ed all’AGCOM che starebbe vagliando possibili interventi. Per garantire maggiore trasparenza, Sky ha anche predisposto uno schema in cui mette ben in evidenza i nuovi costi degli abbonamenti ricalcolati con il nuovo sistema di fatturazione mensile.
Una scelta fatta anche da TIM. Sky fa sapere che la comunicazione di questa importante novità sarà inviata anche attraverso il decoder in modo che tutti i clienti possano leggerla.
Da evidenziare che all’interno della comunicazione sul suo sito ufficiale, Sky non ha inserito alcun riferimento alla possibilità di recesso dal contratto nel caso i clienti non dovessero accettare le modifiche. Una scelta curiosa visto che trattasi di modifica contrattuale e che tutti gli operatori hanno, invece, esplicitato la possibilità di recedere a seguito delle medesime modifiche.
Infine, anche Sky non ha fatto alcuna menzione al possibile rimborso ventilato da AGCOM per i canoni fatturati ogni 28 giorni quanto le società non avevano più la facoltà di richiederli.