Nel 2017 i pagamenti digitali in Italia hanno mosso complessivamente 220 miliardi di euro. Una cifra importante se si tiene in considerazione la crescita fatta registrare nell’ultimo biennio (+13,9% rispetto al 2015), ma che se raffrontata a quella di altri paesi mette in luce quanto ancora ci sia da lavorare. Il numero medio di transazioni pro capite si attesta a 50,7 ogni dodici mesi, mentre la media d’Europa è pari a 117,8 e in Danimarca si arriva addirittura a 328,3.
Come e dove migliorare? Agendo su più fronti: andando anzitutto a innescare quel cambiamento culturale necessario ad accompagnare l’adozione su larga scala di ogni innovazione e attraverso l’introduzione di servizi strutturati in modo da semplificare l’avvicinamento a questo nuove dinamiche d’acquisto dei beni. Il lancio di Samsung Pay in Italia si inserisce in quest’ottica.
Samsung Pay
Il nostro è il 21esimo paese a livello globale ad accogliere Samsung Pay. Siamo arrivati prima della Germania, ad esempio, a testimonianza di come l’Italia costituisca un terreno fertile e dalle enormi opportunità per tutto ciò che ha a che fare col progresso, in particolar modo se legato all’universo mobile. Merito di uno sforzo collettivo che fin qui, non sempre senza difficoltà o frizioni, ha visto cooperare tutta la filiera in gioco: dagli istituti bancari ai player tecnologici, dagli esercenti fino all’ultimo e forse più importante tassello del puzzle, gli utenti. La direzione intrapresa è quella giusta, come spiega Antonio Bosio (Head of Product and Solutions di Samsung Italia) nella nostra Query.
Non siamo indietro: le valutazioni vengono effettuate sulla base di molti parametri e di tante variabili. L’Italia è stata giudicata come un territorio nel quale è arrivato il momento giusto per lanciare Samsung Pay.
Il sistema è pensato in modo da funzionare in tutti i punti vendita e nelle attività commerciali che alla cassa dispongono di un POS: anche laddove non è ancora stato introdotto il supporto alla tecnologia NFC. Basta avere uno degli smartphone della gamma Galaxy supportati (S9 , S9+, Note8, S8, S8+, S7, S7 edge, A8, A5 2017, A5 2016) o uno degli smartwatch Gear compatibili (S3, Sport). È uno dei vantaggi offerti da Samsung Pay, che permette di portare a termine l’acquisto anche sui terminali dei negozianti che ancora richiedono la lettura della banda magnetica. Questo grazie all’impiego della tecnologia Magnetic Secure Transmission resa disponibile dall’integrazione di componenti che agiscono in modo simile a quelle per la ricarica wireless degli smartphone, emulando la cosiddetta strisciata della carta di credito.
Sicurezza
La possibilità di esercitare il pieno controllo sia sulla parte hardware sia su quella software in fase di realizzazione consente a Samsung di garantire il massimo livello possibile di sicurezza all’utente finale. Entra qui in gioco la solidità della piattaforma Knox e l’impiego dell’autenticazione biometrica (scansione delle impronte digitali, identificazione dell’iride o PIN) per tutelare ogni transazione e tutte le informazioni conservate, ricevute o inviate. Ciò che viene trasmesso è un token, non leggibile nemmeno nel caso in cui venisse intercettato.
Restando in tema, per capire quanto una piattaforma integrata nello smartphone che virtualizza la carta di credito sia da considerare più sicura della carta di credito stessa è sufficiente pensare che in caso di smarrimento del telefono ce ne accorgiamo mediamente dopo qualche minuto, mentre se perdiamo il portafoglio possono trascorrere anche diverse ore prima di attivarsi per bloccare l’utilizzo della tessera.
Rivoluzione cashless
All’atto dell’acquisto e del pagamento tutto risulta immediato, veloce e trasparente: si sceglie la carta (di credito, debito o prepagata), si effettua l’autenticazione e si avvicina lo smartphone al POS. In background, però, agisce un sistema complesso e articolato, reso silente e invisibile dalla sinergia con istituti bancari e istituzioni finanziarie per offrire la migliore user experience possibile. Solo così si potrà sempre più spingere l’adozione di una simile tecnologia anche tra coloro che ancora la guardano con sospetto o con qualche legittimo timore. In ogni caso, il trend è innescato e di certo non si tornerà indietro. I benefici di questa rivoluzione cashless saranno per tutti, a ogni livello.
- Per il cittadino che avrà a disposizione un sistema semplice e affidabile da utilizzare ad ogni acquisto;
- per gli esercenti che via via si troveranno sollevati dall’esigenza di gestire il contante;
- per il sistema paese nella sempre complicata lotta all’evasione, grazie alla tracciabilità di tutti i movimenti.
L’eliminazione del contante è ancora un miraggio, ma non un’utopia. È e dev’essere un obiettivo perseguibile e raggiungibile: basti pensare che l’evasione legata al denaro cartaceo in Italia è quantificata ogni anno in circa 24 miliardi di euro. Bisogna lavorare anche sulle piccole cose. Emblematico l’esempio fornito da Davide Steffanini (General Manager di Visa), che ha spiegato come nel Regno Unito si sia registrato un incremento nell’utilizzo dei pagamenti digitali semplicemente suggerendo ai commercianti di rivolgere i POS verso gli acquirenti, in modo che sia il compratore ad avere sempre il possesso e il controllo della carta, non separandosene mai. Altri incentivi possono concretizzarsi nel lancio dei programmi di fidelizzazione, sconti, nel rilascio di coupon e con altre attività promozionali.
La giusta direzione
L’avvento di nuovi servizi, sistemi e piattaforme come Samsung Pay dev’essere accolto come un passo nella giusta direzione. In questo caso non ci sono poi commissioni per utenti, esercenti o istituti bancari e questo non può che favorirne la diffusione. Servirà ancora del tempo prima che il percorso d’evoluzione che porterà tutti noi a scegliere di affidarsi ai pagamenti digitali per ogni acquisto potrà essere definito compiuto, ma la miccia dell’innovazione è stata innescata e indietro non si torna. Un ostacolo psicologico da abbattere è ad esempio quello della cifra: si è portati a preferire il contante per importi contenuti (indicativamente al di sotto dei 50-60 euro). Oggigiorno le potenzialità racchiuse all’interno di un dispositivo mobile sono tali da rendere quasi obsoleta l’etichetta “smartphone”. Quello che portiamo con noi nella quotidianità non è più un semplice telefono, né un gadget per l’intrattenimento o un’interfaccia di comunicazione e collaborazione: è tutte queste cose e ancor di più, anche un portafoglio virtuale.