10 anni di Yahoo! (con sorpresa)

La società fondata da Filo e Yang celebra i 10 anni di attività. E al SES di New York annuncia l'ingresso in grande stile nel mondo dei servizi web. La promessa? Applicazioni innovative e servizi interessanti creati da altri sviluppatori. Il modello? Amazon.
10 anni di Yahoo! (con sorpresa)
La società fondata da Filo e Yang celebra i 10 anni di attività. E al SES di New York annuncia l'ingresso in grande stile nel mondo dei servizi web. La promessa? Applicazioni innovative e servizi interessanti creati da altri sviluppatori. Il modello? Amazon.

Settimana di celebrazioni per Yahoo!.
Il capostipite di tutti i motori di ricerca festeggia infatti 10 anni di attività.
E invece di riceverli, i regali li fa. Belli e interessanti.

L’annuncio è arrivato alla Search Engine Strategies Conference in corso
di svolgimento a New York: la società di Sunnyvale entra nel mondo dei
web services
. Rende pubbliche le proprie API (Application Program Interfaces).
Un blog, un wiki,
una serie di pagine di documentazione
spiegano i dettagli dell’operazione e ospitano già le prime applicazioni.

È una novità che a chi oggi usa Yahoo! per fare ricerche, leggere
news o controllare la posta non porterà nessun beneficio apparente. Forse
un giorno, però, lo stesso utente che di fronte a questa notizia potrebbe
chiedersi, appunto, cosa ci guadagna, scoprirà un servizio che gli consente
di essere avvisato della presenza di alberghi o ristoranti in una certa zona con
un SMS. Quel servizio sarà magari basato su Yahoo!
Local. E a crearlo, attenzione, non sarà stata la stessa Yahoo!, ma
uno sviluppatore indipendente e ingegnoso in grado di sfruttarne i servizi web
pubblici. Il rilascio delle API, insomma, è cosa che fa rumore e crea entusiasmo
soprattutto tra gli sviluppatori, ma che a lungo termine può portare vantaggi
a tutti. Ecco perché si parlava di ‘regalo’. Con questo passo Yahoo! mette
in mano a tutti le chiavi di casa. Dice: "Prego, accomodatevi, qui ci sono
tutti i miei dati e i miei servizi. Fatene buon uso, innovate, costruiteci le
vostre applicazioni." Qualcuno potrebbe, per esempio, replicare il servizio
di ricerca del portale americano su una sua pagina, magari incrociando quei dati
con quelli di altri servizi, offrendo dunque un valore aggiunto notevole. Davvero
niente male.

Sono in tanti, in queste ore, a sottolineare come la mossa sia giunta a distanza
di tre anni da quella analoga di Google.
Tutti però concordano sul fatto che in questo ambito particolare Yahoo!
stravince (almeno per ora, fino a quando Google non riterrà di ampliare
a sua volta la propria offerta). Intanto offre l’accesso non solo al servizio
di ricerca standard (sul web), ma anche a quelli per le immagini, per le news,
per i video e per le ricerche su base locale. Consente poi un numero di ‘chiamate’
quotidiane al servizio ben superiore a quello dello storico rivale: 5000 contro
1000. Notevolmente migliori sembrano anche la documentazione e il supporto.

A molti l’ampiezza dell’impegno di Yahoo! ricorda piuttosto quello di Amazon.
I servizi
web della società di Jeff Bezos esordirono nello stesso periodo di
quelli di Google. A distanza di qualche anno, però, hanno generato un numero
di applicazioni innovative e interessanti che non teme confronti. Amazon ha praticamente
reso diponibile al mondo tutti i suoi cataloghi, anche quelli degli store non
americani. La recente conferenza degli sviluppatori e l’esordio del blog
dedicato agli Amazon Web Services (AWS) hanno rappresentato l’occasione per scoprire
quelle più notevoli. Se fino a qualche tempo fa si prendeva come modello
Amazon Light (un
‘clone’ perfettamente funzionante ma più agile della mega-libreria di Bezos),
oggi si guarda con ammirazione a prodotti come Delicious
Monster. Si tratta di un programma (solo per Mac) dedicato alla gestione di
collezioni di libri, CD, videocassette e DVD. Oltre che per la splendida veste
grafica (l’interfaccia è rappresentata da uno scaffale virtuale), Delicious
ha fatto parlare di sé per il modo in cui sfrutta le API di Amazon. Qual
è, infatti, il problema principale per chi si appresta a creare un archivio
del genere? Sicuramente la necessità di dover compilare manualmente le
schede. Avendo a disposizione un lettore ottico di codici a barre o una telecamerina
iSight di Apple, tutto quello che c’è da fare è passarli sul codice
ISBN (per i libri) o UPC (per gli altri supporti). Delicious, si collegherà
ad Amazon e importerà automaticaemente tutti i dati sul prodotto, compresa
l’immagine della copertina.

A dir poco ingegnoso anche Amabuddy.
Il servizio sfrutta le API di Amazon addirittura via telefono. Siamo in una libreria
(americana) e siamo indecisi sull’acquisto di un libro. Vorremmo per esempio sapere
se su Amazon costa meno oppure il giudizio dei lettori. Facciamo un numero, digitiamo
il codice ISBN e la voce di una signorina virtuale ci darà tutti i dettagli
che ci interessano.

Si capisce, quindi, come il passo di Yahoo! possa essere foriero di novità
interessanti. L’unico limite risiede nella fantasia degli sviluppatori. Non ci
resta che attendere. Intanto, buon compleanno!

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