- Perché il passato di Italia.it è fatto degli insuccessi che tutti hanno potuto vedere? Dove è stato l’errore?
- Qual é il computo esatto dei costi di Italia.it dalla prima idea di Lucio Stanca fino ad oggi?
- Alla luce degli insuccessi del “cetriolone”, quanto è costato il nuovo logo “Magic Italy”?
- Il ministro Brunetta in fase di presentazione del portale ha fatto riferimento ad alcuni contenziosi giudiziari legati al passato di Italia.it: chi è coinvolto e con quali motivazioni?
- Come si è arrivati all’attribuzione dell’incarico di sviluppare il nuovo Italia.it ad ACI Informatica? Quali incarichi sono già stati assegnati e quali altri ruoli sono ancora senza un nome all’interno del team di sviluppo del portale?
- Quali sono i costi previsti per il nuovo sito?
- Come sono suddivisi i costi del nuovo Italia.it tra sviluppo del sito, reperimento dei contenuti (immagini, informazioni, video) e promozione?
- Chi fa parte del comitato scientifico che si è espresso sul progetto di Italia.it?
- Si è parlato in passato di Italia.info: quali sono i programmi in tal senso?
- Secondo recenti calcoli basati sulle indicazioni del Piano di E-Gov 2012, se il portale costerà circa 6 milioni, il budget salirebbe però a 26 se comprensivo dei Portali Turistici Locali (PTL): cosa ne sarà dei PTL? In che misura saranno progetti integrati in Italia.it?
10 domande. Sono le nostre 10 domande. Partiamo di qui, perchè è a partire da queste 10 domande che vorremmo capire su che basi nasce Italia.it. Abbiamo promesso di tenere da parte ogni pregiudizio derivante dalle vecchie risultanze del famigerato portale del turismo, abbiamo scansato ogni tentazione di una stroncatura immediata, ma ora è con questi 10 punti interrogativi che intendiamo partire con un approccio costruttivo per capire. Per sapere. Perchè per giungere ad una affinità con le idee del ministero, l’utenza chiede soltanto questo: trasparenza e coinvolgimento. Spiegare sarebbe un primo passo apprezzabile e forse dovuto, affinché Italia.it non venga ad essere per l’ennesima volta un progetto calato dall’alto, senza radici e senza la capacità di “sporcarsi” del contesto in cui dovrà vivere.
Le nostre dieci domande hanno un filo logico preciso. Le rivolgiamo pubblicamente a Michela Vittoria Brambilla affinché il ministro possa, prendendosi tutto il tempo che serve, meditare e formulare una spiegazione chiara e precisa per queste specifiche questioni. Italia.it, infatti, sembra partire con il piede sbagliato e le opinioni avvertibili online già descrivono un “mood” particolarmente negativo per il portale. Il fatto che possa venire a costare più di 5 milioni di euro è la scintilla che accende ogni polemica successiva legata ad un logo mal digerito, ad una struttura opinabile, ad una contenutistica macchiata da imprecisioni e scarsa qualità.
L’intento non è quello di creare l’ennesima sterile polemica, sia chiaro. La volontà è semplicemente quella di capire per far tabula rasa del passato una volta per tutte, per cancellare ogni macchia e poter ripartire sul pulito. Gli “esperti” della Rete (leggasi per “esperto” l’utente che conosce il Web e che sa almeno evitare gli errori più grossolani) sono mediamente disponibili a collaborare, ma occorre coinvolgerli. E per coinvolgerli occorre anzitutto mettere sul tavolo le carte, nella massima trasparenza e con puntigliosa chiarezza.
Le imbarazzanti somiglianze con Spain.info, le confusioni tra regioni differenti, un contenitore tanto grande quanto poco organizzato, l’accozzaglia di contenuti che non sembra preludere realmente ad una progettualità fattiva, l’adozione di siti esterni nel contesto di un nuovo dominio: al netto di queste distorsioni, di Italia.it rimane poco o nulla. Una somma di elementi, non una loro combinazione. Italia.it sembra più una sequenza di tasselli preesistenti che non una loro rielaborazione: è questa la sensazione che la Rete sembra ricavare dopo le prime ore del nuovo portale.
10 domande pubbliche, 10 domande che verranno girate seduta stante al ministro Brambilla. A lei chiediamo uno sforzo collaborativo, perchè la disponibilità è contagiosa e la Rete potrebbe rimanere positivamente colpita se si ponesse fine ai velati scaricabarile degli anni passati per poter credere in qualcuno che accolli su di sé responsabilità e promesse vere.
10 domande, 10 interrogativi, 10 mani da stringere. Dopodiché potremo tutti davvero guardare ad Italia.it con animo leggero, cercando di capire cosa il portale può diventare al di là di quel che potrebbe semplicisticamente apparire.
In fede: chi vuol credere, nonostante tutto, in Italia.it.