La notizia delle trattative di Facebook per acquisire Twitter mi ha lasciato decisamente sorpreso. Secondo quanto riportato da fonti autorevoli, per esempio Corriere.it, Facebook starebbe trattando per l’acquisto di Twitter.
Niente di sconvolgente dal punto di vista del Web 2.0, accade molto spesso che i “colossi” tentino di inglobare servizi e aziende promettenti. La cifra in gioco lascia però di stucco: si tratta su un valore intorno ai 500 milioni di dollari.
Considerato che la tecnologia di Twitter è ampiamente superata da quella di Facebook (che infatti integra nella propria piattaforma servizi analoghi), mi sembra ovvio ipotizzare che Facebook punti agli utenti di Twitter che, stando alla stessa fonte già citata, sono circa 5 milioni.
Basta un rapido calcolo per capire che ogni utente costerebbe a Facebook circa 100 dollari. Certo, si tratterebbe di uno scambio di azioni e di dollari “virtuali”, ma proprio per questo motivo ci si possono porre interrogativi sull’eticità di questa operazione (sempre che venga confermata in questi termini e valori). In un periodo di crisi mondiale dovuta in gran parte a giochi di finanza, che senso ha acquisire un servizio con un modello di business tutto da inventare?
Per chi era già online come il sottoscritto ai tempi dell’esplosione della bolla della new economy sembra di rivivere un deja-vu.