Mentre i media tradizionali continuano a razzolare nell’aia di Facebook inneggiando a questo o a quel gruppo un giorno dopo l’altro, il social network si nutre del buzz involontariamente generato raccogliendo un record dopo l’altro. L’ultimo è a quota 150 milioni: 150 milioni di utenti che, in tutto il mondo, hanno già attivato il proprio account sul network sperimentando e fecondando con costanza quello che ad ogni effetto è il fenomeno web del momento.
L’annuncio è giunto direttamente per firma di Mark Zuckerberg, il giovane guru del social network: «oggi raggiungiamo un nuovo record: 150 milioni di persone in tutto il mondo usano attivamente Facebook e almeno metà di essi lo usa ogni giorno. Sono inclusi utenti in ogni continente, anche in Antartide. Se Facebook fosse una nazione, sarebbe la terza più popolata al mondo, appena prima di Giappone, Russia e Nigeria». Il motto d’orgoglio di Zuckerberg non si esaurisce qui: «quando abbiamo lanciato facebook oltre 5 anni fa, la maggior parte della gente che lo usava erano studenti di College degli Stati Unit. Oggi gente di ogni età (nonni, genitori, figli) usa Facebook in 35 lingue differenti in 170 nazioni». E sembra che i festeggiamenti non siano frutto di numeri drogati: addirittura, secondo WebProNews, le cifre sarebbero sottostimate in quanto non consideranti gli iscritti prima del 2006.
Nel post celebrativo il fondatore tesse le lodi ad un mondo più aperto, ove la comunicazione è la regola numero uno che il network intende perseguire e facilitare. Il gruppo ha più volte spiegato come al momento l’interesse primo sia nella crescita della community, più che nel bilancio. E tutto è confermato: se sui bilanci il gruppo non ha grandi notizie da palesare, sulla crescita della community aleggia invece pieno ottimismo. Il traguardo dei 120 milioni era stato raggiunto appena 2 mesi fa, i 140 milioni erano stati superati a metà dicembre. Oggi sono 150 milioni ed a questo ritmo i 200 milioni non dovrebbero essere lontani dall’essere raggiunti (sebbene la parabola ascendente possa essere prossima ad un naturale rallentamento).