Grazie all’acquisizione di Motorola da 12,5 miliardi di dollari, oltre alla possibilità di produrre smartphone e tablet, Google ha messo le mani su ben 17.000 brevetti, dei quali 18 in modo particolare potrebbero essere fondamentali per difendere il sistema operativo Android di fronte alle pressanti azioni giudiziarie da parte di alcuni competitor. La proprietà intellettuale di Motorola risale al 1994 e i 18 brevetti comprendono servizi di localizzazione, progetti di antenne, trasmissione e-mail, gesture touch-screen, software, applicazioni e protocolli 3G. Secondo l’esperto David Mixon della società Bradley Arant Boult Cummings, tali brevetti fanno parte dei contenziosi dietro alle cause indette da Motorola nei confronti di Apple, e sono senza ombra di dubbio le più “forti” licenze dell’azienda appena inglobata dal colosso di Mountain View.
Google, che possiede “solo” 1.000 brevetti nel comparto, ne aggiungerà al suo portfolio altri 17.000 subito e 7.500 in seconda battuta. Una manovra che assume un aspetto non solo commerciale, ma anche fortemente strategico: i nuovi brevetti ereditati dall’acquisizione di Motorola, infatti, permetteranno a Google di difendersi al meglio di fronte a future minacce giudiziarie e, al contempo, di chiamare in causa società rivali per la violazione delle sue proprietà intellettuali.
Da mesi ormai il gruppo a capo dello sviluppo di Android è stato coinvolto in vari processi che riguardano il sistema operativo, messo sotto assedio da Apple, e dagli stessi produttori di device per Android. La madre di tutte le battaglie sarà quella combattuta contro Microsoft: le audizioni del caso sono iniziate in queste ore ed il team legale di Mountain View avrà il dovere specifico di difendere Motorola dalle accuse di violazione di proprietà intellettuale provenienti da Redmond. Anche in questo caso sono molte le armi di cui il duo Motorola/Google potrà far uso, ma sono soprattutto quei 18 brevetti le leve su cui la battaglia andrà presumibilmente a prender corpo.