20 milioni di dollari e la parola “fine” scende su una querelle ormai datata e sempre piena di sorprese: Microsoft esborsa la consistente cifra e “compra” l’assenso di Robertson a rinunciare ad ogni pretesa sul marchio “Lindows“. Conseguenza diretta del tutto è l’addio definitivo al vecchio nome del sistema operativo open source e l’approdo a livello mondiale al nuovo nome “Linspire“.
Il problema sorse fin da subito quando Michael Robertson, ex-mp3.com, inventò Lindows come sistema operativo basato su Linux ma ispirato a Windows. Il nome fu immediatamente nel mirino dei legali di Redmond, i quali ravvisavano in quel nome una minaccia palese al trademark dei sistemi operativi Microsoft.
La difesa si è però arrocata su una posizione difficilmente attaccabile: “Windows” significa semplicemente “finestra”, è dunque una parola di uso comune, dunque impossibile da tutelare. Questa teoria ebbe la meglio solo in certi paesi, mentre altrove non ebbe seguito. Il nome Lindows inizia così a perdere colpi, si passa a Lin—s (Lindash), quindi Linspire.
Chi ha vinto? Difficile dirlo. Il braccio di ferro è stato lungo ed alla fine entrambi i poli ottengono quello che cercavano: Windows l’annullamento del nome rivale, Lindows una contropartita adeguata ad una offensiva legale pericolosa che aveva inoltre recentemente preso una brutta piega.
Tra i dettagli dell’accordo figura il passaggio di tutti i domini relativi al nome “Lindows” sotto la responsabilità di Microsoft ed inoltre una concessione gratuita a Linspire per l’accesso ad alcune componenti Windows Media per 4 anni. Sistemata la situazione, per Linspire si apre ora un nuovo importante capitolo: presentandosi sotto il simbolo “LINE”, il gruppo sta per approdare al NASDAQ offrendo 4.4 milioni di azioni ad un prezzo approssimativo di circa 10$.