Il 2 dicembre MP3.com ha chiuso i battenti e presto sarà sostituito da un nuovo servizio. Questa è l’unica notizia certa trapelata dalla vicenda. Ciò che sia successo esattamente prima (con un giro di acquisti che ha coinvolto varie aziende, fino a portare alla cessione del marchio a CNET) e soprattutto ciò che potrà succedere in seguito rimane un mistero.
Il sito, pioniere della distribuzione di file musicali indipendenti via Internet, dopo aver subito ridimensionamenti e tagli, era stato venduto lo scorso novembre a CNET, il grande network d’infromazioen tecnologica americano proprietario dei domini com.com, news.com, download.com.
Il punto interrogativo maggiore copre il destino dei file conservati nell’archivio di MP3.com: 250.000 artisti emergenti hanno negli anni depositato il proprio materiale mettendolo nelle mani del più grande rappresentante di musica indipendente, ma ora è palese il rischio che l’intero archivio vada distrutto perdendo in breve l’intero patrimonio artistico accumulato.
CNET non chiarisce la vicenda dichiarando semplicemente che entro breve verrà aperto un servizio simile a MP3.com (perpetrandone dunque l’attività) sotto il dominio music.download.com, mentre il dominio MP3.com, come sembra dalla lettera del vicepresidente di CNET che campeggia sull’homepage, sarà utilizzato per «servizio editoriali sulla musica digitale» (‘digital music information service’).
Nel contempo si sono mossi in molti per “hostare” ed ereditare il materiale acquisito da CNET: all’appello di Michael Robertson (colui che nel 1998 diede i natali a MP3.com) di non mandare in fumo ciò che egli considera un vero e proprio museo hanno risposto immediatamente sia Archive.org (avente a disposizione ampio spazio ed ampia banda) che Primetons (titolare di alentmatch.com). Tutto è semplicemente nelle mani di CNET.