Se la Microsoft non agisse seguendo linee monopolistiche messe in pratica grazie alla posizione dominante raggiunta con il suo sistema operativo, RealNetworks potrebbe guadagnare molto di più dai propri prodotti.
Su questo semplice assunto si basa un principio giudiziario che ha portato RealNetworks ad accusare Microsoft per pratiche contrarie ad un mercato di libera concorrenza, chiedendo un miliardo di dollari di risarcimento e dando il via ad un procedimento giudiziario che si annuncia lungo e complesso. Jim Dessler, portavoce Microsoft, ha negato ogni commento in proposito in quanto non avrebbe ancor potuto prendere visione dell’esatto testo dell’accusa.
Il punto focale della vicenda è la distribuzione di Windows Media Player, sotto accusa anche in Europa. Secondo RealNetworks, Microsoft distribuirebbe il prodotto rendendone l’uso giocoforza obbligatorio, impedendone inoltre la sostituzione a tutti gli effetti, e tutto ciò a discapito di software quali RealPlayer. I dati sembrano dare ragione all’accusa: il 95% degli utenti usa WMP e solo il 2% usa prodotti RealNetworks.Il procedimento dovrebbe seguire la falsariga di quello che ha già visto sconfitta Microsoft nella querelle che la vide opposta a Netscape e la cui base fu incentrata sulle pratiche monopolistiche in ambito browser.
Dopo l’ipotizzata divisione in “Micro” e “Soft” paventata anni fa nel corso delle prime accuse contro l’impero di Bill Gates e svariate dispute (e sconfitte) giudiziarie incentrate sul solito canovaccio dell’accusa di monopolio, Microsoft dovrà ora dunque rispondere in merito alle “pratiche predatorie” di cui RealNetworks ha esplicitato i dettagli nel corposo documento consegnato alla commissione Antitrust. Il documento, dopo una valutazione preventiva di massima, è stato accettato ed ora la parola passa alla Corte.