Il lento declino di Kazaa

Più virus e meno utenti; più retate e meno canzoni. Kazaa, il sistema più utilzzato per lo scambio dei file, sembra destinato definitivamente al tramonto, sotto i colpi di major e utenti
Il lento declino di Kazaa
Più virus e meno utenti; più retate e meno canzoni. Kazaa, il sistema più utilzzato per lo scambio dei file, sembra destinato definitivamente al tramonto, sotto i colpi di major e utenti

Virus, denunce e false canzoni. Kazaa Media Desktop, il più utilizzato software di scambio file nel mondo, è diventato una giungla. Alcuni dati e ricerche sono lì ad indicarnlo e l’utilizzo del software, anche se solo a scopo divulgativo, lo dimostra senza indugi. L’erede di Napster, il bersaglio preferito dalle major della musica, il software più scaricato nella breve storia della rete Internet, sta crollando sotto i colpi di virus diffusi attraverso i file condivisi, blitz legali delle major discografiche e pessima qualità del materiale condiviso.


Il 45 per cento dei file eseguibili scambiati sul network di Kazaa sono infetti da Virus o “Cavalli di Troia”, software che permettono di ottenere il controllo del computer su cui sono installati. Il recente studio della società di consulenza informatica TruSecure ha anche rilevato che tra i virus ci sono file appositamente distribuiti per scorrazzare tra le reti peer to peer. Kazaa è descritto come “software pericoloso” e se ne sconsiglia l’utizzo in ambiti aziendali.


Sempre ad inizio anno fu una ricerca telefonica della Pew Internet & American Life Project ad evidenziare il crollo del file sharing negli Stati Uniti. Dalla primavera di quest’anno gli utenti che dichiarano di usare o aver usato Kazaa sono calati da 35 milioni a circa 18 milioni, e chi continua ad utilizzare il programma lo fa sempre meno. L’inizio del crollo di utenza di Kazaa coincide con le prime minacce della RIAA, cui sono seguiti richieste di risarcimento e alcuni patteggiamenti.


Kazaa è la principale fonte di scambio materiale protetto da diritti d’autore sulle reti peer to peer. A maggio di quest’anno Sharman Networks, la proprietaria di Kazaa, ne ha dichiarato lo status di software più scaricato della rete, più del diffusissimo ICQ. Per il motore di ricerca di Yahoo!, Kazaa è la parola più ricercata in Internet dell’intero 2003.


Proprio per questa sua prominenza è stato da sempre nel mirino della major che ne hanno identificato, tra le centinaia di altri software tuttora ben funzionanti, il capro espiatorio di tutta la querelle fra le major e la diffusa pratica della condivisione di musica protetta. Emigrato dall’Olanda al mezzo dell’Oceano Pacifico, nel segreto paradiso fiscale di Vanatu, Kazaa ha schivato la prima sentenza di chiusura lo scorso dicembre in Olanda ed è in attesa di giudizio negli Stati Uniti.


Un giudizio che gli utenti sembrano aver però già dato. Kazaa è da tempo sotto l’occhio del ciclone per l’abitudine ad installare spyware e adware nei computer degli utenti in modo da tracciarne gli utilizzi e per inviare materiale pubblicitario. Il Software Kazaa-Lite, un Kazaa senza software-spia, è stato ben presto cancellato dalla rete su richiesta diretta di Sharman Networks. Gli stessi utenti sembrano oramai preferire applicazioni più raffinate come eDonkey al grezzo Kazaa.


Ma è lo stesso ambiente virtuale di Kazaa diventato a rischio. Tra le canzoni MP3 spopola l’arte del fake, del falso. È raro trovare una superhit del momento che non abbia decine di copie fasulle d’identico nome. C’è chi è pronto a giurare che sia solo un trucco della RIAA per disorientare gli utenti, è certo che il trucco funziona a perfezione.


In più su Kazaa si è spiati due volte: sia da Kazaa stesso, con i suoi sofwtare-spia, sia dalla RIAA che ha già identificato e richiesto danni per migliaia di dollari a 500 utenti che condividevano più di mille file musicali protetti. Infine, secondo i puristi del peer to peer, è un software che non gestisce paritariamente lo scambio delle risorse, perché permette di ricevere molto più di quanto si dà, minando la stessa logica della condivisione.


Insomma, forse anche la parabola di Kazaa è già in fase discendente e ben presto scomparirà o cambierà volto come il suo predecessore Napster. Tuttavia oggi il passaggio di consegne a nuovi software sarebbe molto più semplice che allora. I programmi che permettono di scambiarsi file online sono centinaia, ognuno appoggiato a una sua rete o ad un propria tecnologia.


Per questo sarebbe sbagliato prevedere la morte della musica scaricata. Lo sviluppo della larga banda ha reso irreversibile il processo e il peer to peer si consolida sempre più come una pratica quasi naturale, verso cui non c’è percezione di reato. Le possibilità di scambiarsi file sono infinite e, sebbene violino le attuali leggi sul diritto d’autore, non possono essere liquidate con valanghe di denunce.

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