Il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana ha presentato ieri al Senato della Repubblica oltre 750 emendamenti al decreto legge Urbani. Gli emendamenti, molti dei quali formulati grazie a una consultazione online sul sito del senatore, sono stati presentati nella giornata in cui il Decreto ha intrapreso l’ultima tappa della sua infelice conversione in legge.
Il decreto tornerà in aula il 18 maggio ed avrà vita difficile. Se tutti gli emendamenti saranno discussi, il Senato sarà costretto ad un tour de force per arrivare alla scadenza del 22 maggio, giorno in cui il decreto legge, se non approvato, scadrà per decorrenza dei termini e cadrà nel dimenticatoio. La maggioranza è compatta, l’opposizione, a parte il gruppo dei Verdi, ha già espresso in commissione il proprio voto di astensione sull’intero testo. L’ostruzionismo del senatore Cortiana potrebbe non bastare.
La discussione nata su pressione delle protesta online ha già ottenuto i primi risultati. Nelle giornate scorse si sono succedute dichiarazioni sul decreto, con prese di distanza dall’emendamento che ha sostituito il “fine di lucro” con il “profitto”, che sanziona di fatto il file sharing con pene sino a sei anni di reclusione. Alla trasmissione Radio 24 di ieri, la deputata Gabriella Carlucci, relatrice del decreto alla Camera, ha espresso «rammarico» per l’introduzione dell’«incriminato emendamento sul profitto».
Nella stessa discussione in Commissione dello scorso 5 maggio, il senatore Fiorello Cortiana ha presentato un ordine del giorno che, se approvato in Senato, impegnerà il Governo ad attivarsi per la corretta interpretazione della dizione “per trarne profitto”, escludendo dalla materia penale «l’uso e lo scambio per fini personali di opere dell’ingegno».
C’è scetticismo sulla possibilità di una decadenza del decreto. A parte il vituperato primo articolo che riguarda la condivisione di file, il resto del decreto contiene norme di finanziamento all’industria cinematografica difficilmente prorogabili. Più probabile che il Governo operi dopo l’approvazione interventi correttivi o una più vasta azione che ridisegni la legge sul diritto d’autore il cui impianto, rattoppato da più interventi legislativi, risale al 1941.
Un’ultima possibilità è lo stralcio del primo articolo dall’impianto del decreto, così facendo cadrebbero le norme contro il file sharing, quelle sulla tassazione dei supporti digitali e quelle sul bollino SIAE mentre rimarrebbe intatto l’impianto dei fondi per lo sviluppo dell’attività cinematografica.