Alcuni dei maggiori Internet Service Provider francesi hanno siglato un accordo che porterà a riconoscere i file scaricati illegalmente ed a provvedere con la coatta disconnessione del pirata dalla Rete (nonchè alla sua segnalazione presso gli organi competenti).
L’accordo prevede inoltre una fase nella quale gli ISP prenderanno parte attiva nella costituzione di nuovi siti internet per la commercializzazione di musica digitale, facendo così passare i 300.000 titoli disponibili attualmente ad un ammontare di circa 600.000 titoli.
Il progetto prevede di creare competitività tra i vari distributori (al fine di favorire un regime di concorrenza) e di operare al fine di educare i giovani al rispetto della proprietà intellettuale.
Secondo quanto indicato direttamente dal Governo francese gli ISP firmatari dell’iniziativa sono al momento Free, Noos, Club-Internet, Wanadoo e Tiscali France. La rappresentanza governativa è composta dal ministro dell’economia, delle finanze e dell’industria M. Nicolas Sarkozy, e dal ministro della cultura e della comunicazione M. Renaud Donnedieu de Vabres. Cofirmatari M. Gilles Bressand, presidente del sindacato nazionale dell’editoria fonografica (SNEP), M. Stéphan Bourdoiseau, presidente dell’unione dei produttori fonografici francesi indipendenti (UPFI), e molti altri alti rappresentanti del settore.
The Inquirer propone una interpretazione alternativa al tutto: secondo la testata l’unione spontanea dei provider potrebbe essere semplicemente una mossa preventiva volta ad anticipare le intenzioni di una industria musicale che promette scintille legali entro la fine dell’anno contro i pirati. Visti i rischi connessi all’attività degli ISP, questi ultimi potrebbero aver siglato l’accordo per evitare un’eccessiva pressione sul settore. Inoltre si intravvede la possibilità di una sorta di Music Store alternativo nel quale gli ISP potranno dire la propria nella competizione con iTunes, Rhapsody & c.
Nulla viene specificato circa il peer-to-peer, che rimane dunque ancora nella terra di nessuno a metà tra i diritti dell’utenza ed i diritti derivanti dal copyright. Quel che è certo è che la situazione è in piena evoluzione ed il documento firmato a Parigi prevede incontri tra le parti a cadenza regolare per vagliare adeguati interventi legislativi a tutela di quanto sottoscritto.