Secondo un’indagine Spamhaus Project sarebbero solo 200 operatori di spam a generare il 90% di tutto lo spam di Stati Uniti, Canada ed Europa.
Ciascuno di questi 200 operatori riunisce mediamente 500-600 professionisti dello spam.
Lo Spamhaus Project ha ricostruito l’attività di spamming seguendone le tracce tra siti, redirect e alias ed individuando, appunto, un nocciolo duro di 200 operatori di spam.
La maggioranza di essi finge di utilizzare server residenti in Asia ed America Latina; altri affermano di essere piccoli Internet Service Provider e scaricano la colpa su clienti inesistenti; altri ancora creano finte reti, si impadroniscono in modo fraudolento di un gran numero di indirizzi IP.
La gran parte di questi spammer operano violando le leggi dei Paesi in cui risiedono e spostano in continuazione la loro attività illegale, passando da un provider all’altro. Caratteristica comune dei provider cui gli spammer si appoggiano è il lassismo con cui impostano le loro polotiche anti spam.
Tuttavia sembra che alla fine dei conti siano i “soliti noti” la gran parte dei quali sono già elencati nel database del ROKSO (Register of Known Spam Operations).
La maggioranza degli operatori di spam sono statunitensi, ma nel database del ROKSO si rileva la presenza di una “spam gang” italiana, la Bluego, che opera dall’Italia Centrale (Umbria ed Emilia Romagna).