Le varie puntate dell’iniziativa legale che la RIAA sta perpetrando ai danni dell’utenza del P2P rischiano di diventare una catastrofica abitudine: altri 761 utenti (che rimarranno ancora una volta anonimi almeno fino alla sentenza di colpevolezza) sono caduti nelle maglie della nota serie di processi per la tutela dei diritti d’autore.
Nella massa dei denunciati spiccano inoltre 25 ragazzi che avrebbero commesso il ‘reato’ tramite computer universitari: dal loro campus avrebbero infatti scambiato illegalmente file tramite servizi peer-to-peer quali eDonkey, Limewire e Kazaa. «La denuncia è un fondamentale strumento di educazione» ha spiegato Cary Sherman, presidente RIAA, il quale hai poi sottolineato come la lezione debba servire anche al mondo accademico il quale dovrebbe deviare i ragazzi verso le alternative legali offerte oggi dal mondo della musica digitale.
Con questa nuova ondata di denunce la RIAA è giunta ad un totale di 6.952 procedimenti verso altrettanti John Doe (alcuni non più anonimi e già fuori dalla macchina legale grazie a patteggiamenti dal cospicuo valore pecuniario). Negli ultimi giorni alla RIAA si è aggiunta anche la MPAA con iniziative del tutto simili. Nel contempo si misura lo stato di salute del settore con sondaggi che un po’ vedono il P2P in calo e un po’ lo vedono stabile. Quel che è certo è che la pressione sullo scambio dei file si fa quantomai pesante.