La pratica censoria che Google aveva avviato pur di metter radici nel mercato cinese sembre essere stata tutt’altro che sufficiente: il riferimento “.com” di Google News risulta infatti essere stato bloccato in Cina e lo scopo potrebbe essere utilitaristico. Lo scopo sarebbe quello di deviare l’utenza sull’apposito prodotto omologo privo di notizie politiche appositamente predisposto dal gruppo di Mountain View per il territorio cinese.
Oltre a subire i vincoli del governo orientale, Google deve ora incassare anche le autorevoli critiche provenienti da Reporters Without Borders (“Reporter senza frontiere”): secondo l’associazione con sede a Parigi la pratica censoria auto-praticata da Google è da condannare in quanto rappresenta una esagerata accondiscendenza nei confronti della pressione cinese. Va sottolineato come altri gruppi abbiano già in precedenza percorso la stessa via di Google per trovare un patto di convivenza con il governo locale: tra questi vanno citati i noti Sina.com, Sohu.com e NetEase.com.
La contraddittoria situazione si erge su una situazione altrettanto ambigua: mentre la Cina rappresenta un mercato molto promettente per tutti in previsione dell’esplosione che la Rete deve ancora avere nel paese orientale, la Cina stessa continua a mantenere con il web un rapporto molto diffidente. La censura ha già bloccato in passato internet cafè, blog e siti web, ed uno speciale corpo di polizia monitora l’attività web del paese per controllare eventuali focolai pericolosi (la censura risulta abbattersi soprattutto in merito a temi politici, religiosi e pornografia).