Mr. Michael Robertson è tornato. Lo chiamavano Mr.MP3.com, lo hanno chiamato Mr.Lindows o Mr.Linspire (questione di punti di vista), oggi lo si potrebbe chiamare Mr.MP3tunes. Robertson, è risaputo, non fa mai passare le proprie operazioni sottovoce: presentazione ufficiale, anticipazione improvvisa, sfruttamento dell’effetto attesa. La novità rappresentata dal prodotto di casa Robertson ha ricevuto un’accoglienza tendenzialmente fredda, e l’entusiasmo auspicato dal suo ideatore non ha probabilmente raggiunto i livelli desiderati. Un giudizio sufficientemente attendibile, tuttavia, potrà essere stilato solo più avanti nel tempo, quando il mercato avrà avuto il tempo di assorbire e mettere alla prova il tutto.
In occasione del Desktop Summit di San Diego l’angolo Linspire è stato quasi completamente dedicato al nuovo music store MP3tunes. Fin da subito ci sono le avvisaglie di un dejavu, ed effettivamente i richiami al vecchio MP3.com sono celati solo da una veste nuova e dall’adattamento alle novità emerse nel tempo intercorso tra oggi ed il giorno in cui Robertson firmò l’atto di vendita di quella che rimane la sua più ingegnosa idea. MP3tunes altro non è se non un music store come tutti gli altri con, però, due fondamentali differenze: innanzitutto la distribuzione prevede una completa assenza di Digital Right Management, dunque una volta acquistato un brano se ne si può fruire senza limiti e secondo le modalità preferite (unica limitazione: è vietata la duplicazione a scopo di lucro); inoltre, per ovvia conseguenza, il mercato da cui attinge Robertson è lontano da quello delle major e dei grandi nomi: MP3tunes mette a disposizione musiche di artisti indipendenti, dilettanti, persone non supportate dalla grande distribuzione e dai canali tradizionali di vendita.
MP3tunes, va detto, fa le cose per bene. Il sistema prevede infatti un lauto compenso agli artisti, pari a 6$ per ogni cd venduto (costo fisso di 8.88$ per l’acquirente). Il margine di guadagno per l’artista è dunque decisamente ampio e l’offerta potrebbe dunque essere golosa per tutto il mondo dei musicisti fai-da-te che intendono farsi conoscere o perlomeno monetizzare in qualche modo le proprie creazioni. Se al momento l’eco del servizio ancora non si è esteso a sufficienza, rimane da attendere l’impatto che il music store avrà con il target identificato per valutare se MP3tunes possa o meno ambire a diventare una sorta di piccolo iTunes. A tal proposito Robertson, nel suo giudizio sull’attuale leadership Apple nel settore, è stato decisamente sarcastico: «Tutto quello che posso dire è che non sono eccitato per un mondo dove ogni brano musicale ha come logo un frutto […] penso sia una direzione pericolosa».
Scrivendo a proposito delle creazioni di Michael Robertson non si può fare a meno di parlare di lui in prima persona. E’ Robertson stesso ad imporre il proprio personalismo alle sue aziende ed ai suoi prodotti, e ne esce così un prodotto supportato da una campagna stampa che mostra più immagini di Robertson di quanti non siano piuttosto gli screenshot del nuovo MP3tunes. La nostalgia di MP3.com, inoltre, emerge in ogni comunicato stampa: MP3tunes ne vuole ricalcare fedelmente le orme, ne vuole ereditare la fama, e nel descriverne i dettagli Robertson sembra voler sottolineare con rinnovata forza quel desiderio, già emerso in passato, di rappresentare in qualche modo l’anti-Microsoft. Nel suo angolo Michael’s Minute (una sorta di blog sul quale viene incentrato il sito Linspire), Robertson non nasconde la propria malinconia ed elenca addirittura le cose che più gli mancano del vecchio MP3.com: il traffico generato dai frequentatori del sito, il volume d’archivio da 1 milione di brani, la community, e molto altro. In segno di continuità con il passato, inoltre, Robertson ha perpetrato la vecchia collaborazione con il servizio CD Baby, altro store online per artisti emergenti.
MP3beamer è il prodotto complementare ad MP3tunes. Se quest’ultimo è l’omologo dei comuni music store attuali, il primo è una sorta di versione Lindows del Media Center Microsoft: proponendosi come “hub”, MP3beamer diventa il cardine dell’intrattenimento musicale ed è in grado di organizzare stereo e PDA, pc e trasmissioni streaming. Parlando alla platea del Desktop Summit Robertson ha ammesso una certa “eccitazione” per la presentazione del prodotto, ma i primi dettagli sono stati ufficialmente svelati solo pochi giorni più tardi. Ad oltre due settimane dal primo annuncio il sito internet ufficiale risulta ancora profondamente incompleto: una miglior spiegazione del sistema giunge da SUB300, riferimento che già promuove il nuovo prodotto griffato Linspire in vendita al costo di 399$.
Per la cronaca va segnalato come MP3.com sia oggi una sorta di portale della musica digitale. I contenuti sono trasversali ed il sito si propone come una guida all’interno di un mondo in quotidiana rivoluzione. Sarà curioso notare se MP3.com proporrà un proprio giudizio sul duplice prodotto di Robertson così come fa attualmente per tutti gli altri store di una certa rilevanza: al momento non se ne rileva traccia alcuna. MP3.com, rilevato ai tempi dal gruppo Vivendi per 372 milioni di dollari, è oggi in mano al gruppo Cnet.