AMD porterà Intel in tribunale. La comunicazione ufficiale arriva dallo stesso gruppo rappresentante l’accusa, e nel testo diffuso v’è ogni particolare riferito alla denuncia esposta: «AMD ha annunciato oggi di aver depositato ieri un ricorso antitrust contro Intel Corporation (“Intel”), presso la Corte Federale Distrettuale del Delaware negli Stati Uniti ai sensi della Sezione 2 dello Sherman Antitrust Act […] e del codice professionale e degli affari della California. Il ricorso di 48 pagine spiega in dettaglio come Intel abbia illegalmente mantenuto il suo monopolio sul mercato dei microprocessori x86 attraverso la coercizione dei clienti a non avere rapporti con AMD. Il ricorso identifica 38 società che sono state vittime di coercizione da parte di Intel, tra cui grandi produttori di computers, piccoli assemblatori, distributori all’ingrosso e rivenditori, attraverso 7 tipi di comportamenti illegali commessi su tre continenti».
Decisamente duri i toni di commento rilasciati dal CEO AMD Hector Ruiz: «che sia attraverso prezzi più elevati dovuti a profitti monopolistici, oppure ad una minore scelta sul mercato ed a barriere all’innovazione, la gente da Osaka a Francoforte a Chicago paga ogni giorno in denaro contante per gli abusi monopolistici di Intel».
Il testo dell’accusa ricorda inoltre come Intel sia già stata condannata in Giappone e la stessa antitrust europea stia già indagando al proposito. Con il passaggio di Apple ad Intel, il gruppo reso noto dal marchio Pentium detiene una quota di mercato in grado di superare il 90% e le pratiche ostruzionistiche messe in atto non possono quindi più essere considerate come semplici azioni concorrenziali, ma piuttosto come atti di tracotanza che la legge dovrebbe fermare: questa l’opinione del gruppo AMD, il quale cita infine i propri meriti in quanto ad innovazione per sottolineare le discrasie di un mercato deviato da un monopolio di fatto.
Il testo della denuncia è completo delle casistiche con cui il gruppo intende evidenziare la veridicità delle proprie accuse. Citati tra gli altri gruppi quali Dell, Sony, Toshiba, Gateway e Hitachi (gruppi forzati tramite compensi monetari o prezzi di favore a contratti di esclusiva); NEC, Acer e Fujitsu (gruppi invitati a siglare un tetto massimo di contratti con AMD); Compaq (il cui CEO Michael Capellas ha usato l’espressione «pistola puntata alla testa» per spiegare come Intel minacciasse il gruppo evitando l’invio di forniture strategiche).
L’elenco dei casi si prolunga ulteriormente e dona un impianto sicuramente di grande impatto all’accusa. Nessun commento è al momento giunto dal polo Intel. Il braccio di ferro si preannuncia fin dai primi momenti decisamente importante in quanto in ballo vi sono tutti i più influenti nomi del settore informatico odierno.