Dopo mesi di ipotesi, improvvisa parte l’anticipazione: Google lancerà nel giro di poche ore il proprio instant messenger. Poche ore soltanto e la conferma è già online: Google Talk è realtà, il download è disponibile ed il passaparola è immediato. Clamore. La prima versione segue la tradizionale politica Google in tutto e per tutto: la release è pregna di promesse ed una sigla aleggia sul progetto più di ogni altra: VOIP, Voice Over IP. In questo senso la promessa di Google è chiara e dichiarata immediatamente nella pagina ufficiale del servizio: «dicono che parlare costi poco: Google pensa che debba essere gratis».
L’Instant Messenger
Google Talk è prima di tutto un instant messenger. Nella sua versione base il programma (il cui download è di appena 899.7Kb) è estremamente semplice e le funzionalità sono ridotte al minimo. Lo schema è talmente limitato ai fondamentali che non è possibile parlare di povertà, quanto piuttosto di una volontaria scelta nel mantenere un profilo basso che lasci massima espressione agli sviluppi successivi. A seguito dell’installazione è necessario effettuare il login sfruttando il proprio account Gmail ed è quindi possibile iniziare la serie degli inviti per popolare la buddy list del servizio. Tale funzionalità può anche essere parzialmente automatizzata scegliendo semplicemente gli amici da invitare spuntando la lista dei propri contatti Gmail.
Come per gli altri IM si può chattare cliccando semplicemente sul nome: viene visualizzata una finestrella laterale nella quale compaiono history e form per l’invio del nuovo messaggio. E’ possibile inoltre definire il proprio status come “Available” (disponibile) o “Busy” (occupato), scegliendo inoltre eventualmente per ognuno un messaggio personalizzato da mostrare alla propria lista. Apposite segnalazioni acustiche contraddistinguono ogni ricezione. Elementi grafici e aspetto generale sono in perfetto stile Google: bianco e grigio fanno da sfondo ad un logo colorato ed il tutto si presenta con estrema e pulita linearità.
Funzione Call: introduzione al Voip?
Un’importante funzionalità presente nella prima versione di Google Talk viene avviata dal pulsante “Call” ed apre alla possibilità di effettuare una chiamata vocale. Per accedere al servizio può essere sufficiente un 56k, ma il broadband rimane ovviamente l’opzione consigliata al fine di godere di una qualità audio sufficiente. La funzionalità era stata recentemente introdotta anche da ICQ, il noto IM con il fiorellino: la cosa non fa altro che confermare la tendenza che porta gli IM a convergere verso la telefonia e viceversa. Sul pulsante Call sembra sorgere la più grande delle promesse Google: da tempo si vocifera dell’approdo all’IM, da tempo si vocifera dell’approdo al VoIP, ora la strada sembra essere segnata con maggior definizione. Al momento comunque di VoIP non vi è traccia alcuna e le chiamate sono possibili esclusicamente da pc a pc (non ai telefoni fissi, né tantomeno ai cellulari). Tale aspetto, onde evitare fraintendimenti, è esplicitato nella pagina del servizio: «Google Talk non è un servizio telefonico e non può essere usato per chiamate di emergenza».
Una apposita pagina, infine, consiglia agli utenti la strumentazione con la quale equipaggiarsi per un utilizzo ottimale del servizio: dividendo l’offerta in tre profili, Google (tramite Amazon e Froogle) consiglia Logitech Internet Chat Headset e Plantronics .Audio 90 PC Headset, oppure Plantronics DSP-500 Digital Headset e Logitech Premium USB Headset 300, oppure ancora Plantronics CS50-USB Wireless Headset (modalità wireless).
Il valore sta nello sviluppo
Ancora una volta il valore aggiunto di un prodotto Google sta nel suo sviluppo. La grande particolarità dell’IM sta infatti nel suo costituire una semplice base sulla quale saranno ancora una volta presumibilmente gli utenti a costruire gli applicativi. La base è quella dichiarata nella pagina appositamente riservata agli sviluppatori: ogni progetto di elaborazione dovrà basarsi su protocollo XMPP ed è grazie a tale base che Google Talk risulta essere compatibile con «Trillian, GAIM, iChat, Adium, e Psi». Motoridiricerca rileva inoltre come, pur essendo il software basato su Jabber (utilizzabile, dunque, anche un client come Miranda), «non è ancora supportato il dialogo con altri server jabber indipendenti basati sullo stesso protocollo aperto, il che vuol dire che utenti google talk possono parlare solo tra loro, sia pure con un client a loro scelta».
La semplicità della base apre il fianco ad un numero pressoché infinito di idee elaborabili. Una delle prime mancanze riscontrabili è sicuramente l’assenza delle emoticon, ed un IM non è tale senza un adeguato supporto a riguardo. Interessante è però notare come il software evidenzi combinazioni quali “:)” o “:D”, colorandole automaticamente in blu, quasi a suggerire agli sviluppatori uno dei primissimi spunti su cui lavorare. Non c’è avatar alcuno (come in MSN) e non esistono facoltà di personalizzazione pari a quelle di ICQ. Non c’è traccia inoltre di file sharing e videochiamate, aspetti già contemplati nelle ultime versioni dell’IM di casa Microsoft. Nel complesso l’instant messenger Google è dunque a livello assoluto più povero rispetto alla concorrenza, ma è il livello potenziale che attira le maggiori attenzioni su di sé.
L’estate è stata caratterizzata da Baidu che ha spopolato in borsa fin dall’approdo del pacchetto azionario sul mercato, da Yahoo! che ha lanciato nuove stilettate contro l’indice Google e da Google stesso che ha rilasciato una versione modificata del proprio desktop search. Ora il duo Page/Brin posa la propria bacchetta magica sul settore degli Instant Messenger sfiorando l’ambito VoIP, e per tutte le aziende coinvolte si tratta della notizia più temuta. In attesa di conoscere il futuro di Google Talk (è facile comunque prevederne una crescita sollecita ed esponenziale), le domande che rimangono in sospeso sono relative al futuro di Skype, al destino di MSN/ICQ ed al prossimo colpo di Google. Se nel breve periodo le risposte sono pressoché impossibili, per il lungo periodo ogni scelta sembra già essere determinata. Il copione è pronto, insomma: bisogna solo definire ruoli e protagonisti.