L’esplosione in borsa di Baidu aveva calamitato le attenzioni della carta stampata in Agosto ed era proseguita con le immancabili ipotesi di acquisizione da parte di Google. Il motore di ricerca cinese, forte della base di un mercato difficilmente penetrabile come quello oltre la Grande Muraglia, oggi lancia un allarme che ha quasi del paradossale: la quotazione in borsa è troppo alta, il gruppo ammette di non valere tanto ed invita alla prudenza.
L’annuncio arriva per mano dei gruppi finanziari Goldman Sachs e Piper Jaffray, i quali hanno parlato esplicitamente di una quotazione troppo gonfia spingendo immediatamente al ribasso il valore delle contrattazioni: -21% la reazione del mercato nelle 24 ore successive all’annuncio. Anthony Noto, analista Goldman, ha voluto spiegare le valutazioni del suo gruppo spiegando come è difficile, al momento, giustificare la quotazione raggiunta in quanto Baidu ancora non si è confrontato con un mercato ad alta competitività. Solo in seguito ad una buona risposta su tali mercati la quotazione potrà essere lasciata lievitare al rialzio senza ulteriori calmieri.
Quando Baidu approdò sul mercato sotto la definizione del Google d’Oriente, la quotazione azionaria era di 27 dollari. Il prezzo salì a 100 dollari nel giro di pochi giorni attirando le attenzioni del mercato e raggiunse sulla scia dell’emotività una quotazione massima di 153.98 dollari in data 8 Agosto. Un leggero ribasso ha portato ora il titolo nuovamente sotto i 100 dollari, ma il livello è ancora decisamente alto (e «insostenibile») rispetto a quello che Goldman indica come la cifra più veritiera: 45 dollari.