Per Baidu arriva la prima vera dura prova: nel mirino delle major della produzione musicale con l’accusa di favorire la pirateria, il motore di ricerca cinese dovrà difendersi in tribunale dagli attacchi provenienti da occidente. La contestazione è stata inizialmente avanzata da Universal Music Group, EMI Group e Warner Music Group, ma negli ultimi giorni anche Sony si è aggiunta al coro controfirmando il documento di denuncia.
In particolare il reato intravisto dalle major è insito nella funzione prevista in Baidu con la quale risulta possibile compiere ricerche di file musicali entrando in possesso con una certa facilità di materiale illegale. La denuncia intende puntare il dito contro Baidu evidenziando dunque come il motore di ricerca favorisca la pirateria. La difesa di Baidu non s’è lasciata attendere e punta a difendere la propria posizione di semplice “ambasciatore” di link.
Edward Yu, analista del settore, ha sottolineato come circa un terzo delle ricerche compiute su Baidu abbiano a che fare con l’ambito MP3, dunque perdere tale facoltà significherebbe perdere gran parte del proprio potenziale: facile, di conseguenza, immaginare una battaglia lunga e serrata tra accusa e difesa, con uno scontro avente intensità proporzionale alla dimensione degli interessi economici in campo.
Nei giorni scorsi Baidu aveva limato pesantemente gli entusiasmi degli investitori dopo il boom che ha seguito l’approdo in borsa del motore: nei giorni successivi il titolo ha continuato a scendere ed in poche ore il pacchetto azionario si è ridotto di oltre il 30%. La nuova sfida metterà ora alla prova il motore e l’andamento del titolo al Nasdaq sarà inevitabilmente collegato a doppio filo con quanto succederà in tribunale.