Le scuse, gli avvertimenti ed i consigli diramati tramite il sito web ufficiale non sono stati sufficienti ad Apple per scampare alle ire dei consumatori che, dopo pochi giorni dall’acquisto del proprio iPod Nano, si erano trovati un prodotto largamente rovinato o addirittura inutilizzabile. Fin da subito Apple s’è detta disponibile alla sostituzione ed ha comunque confinato il problema ad un numero limitato, sfortunato e circoscritto di utenza.
Ora Apple dovrà rispondere del problema di fronte ad un giudice in quanto l’utenza ha accumunato le denunce in una sola class action depositata presso la Corte californiana di San Jose. Secondo l’accusa, l’azienda di Cupertino sapeva dei problemi del Nano prima ancora che venisse immesso sul mercato ma non è intervenuta ed ha fatto in modo che l’utenza si accollasse i costi della sostituzione (circa 25 dollari per il ritorno dell’iPod rovinato alla casa madre).
Secondo quanto riportato da Reuters l’atto della denuncia recita: «invece di ammettere il difetto di progettazione quando i consumatori hanno cominciato a lamentarsi… Apple ha nascosto il difetto e ha consigliato ai consumatori di acquistare altri accessori per evitare che lo schermo si rovinasse eccessivamente». L’accusa identifica nella resina di protezione dello schermo la causa dei problemi: le versioni precedenti avrebbero avuto uno strato più ampio e resistente, mentre quello attuale risulta vulnerabile anche solo all’uso normale del lettore. Fin da subito Apple aveva negato tale circostanza evidenziando a chiare lettere come lo strato resinoso fosse identico a quello degli iPod precedenti.