Doveva essere, ed è stato, il Consumer Electronics Show di Google. A Las Vegas le presentazioni dovevano essere tante, molti i “keynote” previsti, ma al centro delle attenzioni c’erano le parole di Larry Page, fondatore del gruppo che da più parti viene additato come il nemico putativo del gigante Microsoft. Le sorprese non sono mancate, e tutto ciò proprio a partire da Google e dalla presunta concorrenza diretta con Microsoft: è Bill Gates in persona a negare questo concetto, leggendo in IBM (e non in un motore di ricerca) il rivale da sconfiggere. Lunga visione o semplice strategia? Paura del rivale o negazione dei fantasmi per non averne paura? Così è iniziato il CES, introduzione a quello che Larry Page avrebbe presentato al pubblico non molte ore dopo. Commenti e interpretazioni a parte, Google si è presentato al pubblico con tre annunci in particolare: Google Pack, Google Video Store ed una alleanza interessante con Motorola.
Google Pack
Nessuno se lo aspettava e, anche dopo le anticipazioni delle ore precedenti al CES, nessuno se lo aspettava nelle modalità con cui è arrivato: Google Pack è una collezione di software già tranquillamente identificabili in rete, molto conosciuti e la cui composizione di insieme rappresenta la dotazione minima necessaria (a giudizio di Google) per una normale “vita” online. Questi i software del pacchetto:
- Adobe Reader 7
- Ad-Aware SE Personal
- GalleryPlayer HD Images
- Google Desktop
- Google Earth
- Google Pack Screensaver
- Google Talk
- Google Toolbar per Internet Explorer
- Mozilla Firefox con Google Toolbar
- Norton AntiVirus 2005 Special Edition
- Picasa
- RealPlayer
- Trillian
Nulla di nuovo nelle versioni distribuite. L’unico valore aggiunto, insomma, è quello della “compilation”, ovvero il mettere assieme i prodotti creando una famiglia che Google si ripromette di gestire. Compreso nel pacchetto, infatti, v’è anche un Google Updater che monitora i software del pacchetto e suggerisce all’utente eventuali update, installa aggiornamenti e permette di gestire l’intero pacchetto aggiungendo o rimovendo i vari mattoncini a piacimento. Disponibile al momento solo in inglese e per utenti Windows XP.
Google Video Store
Google Video diventerà presto un riferimento utile alla distribuzione di contributi filmati a pagamento. Un chiaro (e quasi allusivo) «coming soon» compare già nella pagina del servizio, ma al momento nulla è stato attivato. Google distribuirà video messi a disposizione da CBS, Sony BMG (video musicali) ed altre produzioni, partendo innanzitutto dal goloso catino dell’NBA. Tra i prodotti promessi figurano serie quali McGyver e I love Lucy, CSI e Survivor, cartoni animati e “Star Trek”. La lista dei prossimi arrivi è decisamente lunga e se si deve parlare di concorrenza bisogna passare direttamente a livello di medium: questa volta Google sfida direttamente la distribuzione televisiva. Si parte dalla distribuzione esclusiva agli Stati Uniti, ma non dovrebbe tardare lo sconfinamento oltreoceano del servizio. Il tutto si reggerà su un Digital Right Management di proprietà implementato da Google, ma in proposito le informazioni sono ancora quantomeno nebulose.
Google e Motorola
I prossimi cellulari Motorola avranno sul monitor una icona Google. La partnership unisce le due aziende, accomuna gli interessi nel settore e rende agli utenti immediatamente disponibile la ricerca sul web tramite l’accesso immediato al motore. La “G” di Google diventa così automatico sinonimo di “ricerca sul web”, ed arrivare ad un ovvio “Google è tutto intorno a te” diventa cosa addirittura ingenua. Il rapido susseguirsi dei passi di Google verso Opera prima e Motorola poi lascia ben intendere come il motore creda ormai nel prossimo sviluppo del mobile, e l’arrivo del motore nel settore potrebbe essere l’incipit definitivo all’esplosione del settore.
Cosa c’è, cosa non c’è
Al CES non si è visto il Google Cube. Non s’è nemmeno visto il Google OS. Nessuna traccia neppure del Google Wallet (o Purchase che dir si voglia), tabula rasa anche in quanto a Google Calendar. Le attese, insomma, sono state tutte disattese. Google si è invece presentato con una serie di alleanze incrociate, con un nuovo importante settore vendite e con una stretta di mano che porta il motore fuori dal desktop verso la telefonia. Tra entusiasmi e catastrofismi, questa volta Google ha fatto meno rumore di quanto si immaginasse ma ha seminato più di molte altre volte. La notizia più importante: il motore non vivrà più di sola pubblicità, ma inizia a vendere anche contenuti tramite la propria piattaforma: ottima notizia per gli azionisti, costretti oggi a scommettere su una scommessa che iniziava a farsi troppo arrischiata. Inoltre ci sono le alleanze, ci sono nomi quali Sony e Adobe, Symantec e CBS, tutti gruppi che fanno affidamento sul motore vedendo occasione di un reciproco guadagno. Una rassicurazione indiretta, un orizzonte che si estende ulteriormente.
Se si vuol cercare un filo comune a tutto ciò che è stato presentato, Google sembra voler essere il filo di lana che raggruppa e unisce gli elementi confusi che costituiscono l’enorme frammentarietà attuale dell’ICT. Produttori, software, aggiornamenti, DRM: in ogni settore si moltiplica l’offerta e l’utente rischia di rimanere disorientato. Bene, Google si presenta con il volto simpatico di un brand conosciuto, si cala il cappello e si rende disponibile a guidare l’utente ed a divenire l’ombelico della sua permanenza online: cerca con Google, produci con Adobe, proteggiti con Symantec, telefona con Motorola, naviga con Firefox. Proposte, semplici proposte: uno stile, un percorso, una guida, un modello. In questo, forse, Google rimane il vero antagonista di Microsoft: non nel software, non nell’hardware, non nella ricerca, non nel DRM, ma piuttosto nel rappresentare il nuovo modello da seguire dopo anni di incessante monologo Microsoft.