Sembra essere uno scontro di stampo preminentemente politico quello che vede uno contro l’altro le due anime del mondo open source Richard Stallman (Free Software Foundation) e Linus Torvalds (Linux). La questione si limita ad un semplice scambio di opinioni tramite newsgroup, ma l’importanza del tutto è determinata dall’eco raccolta sui siti web del settore in quanto concernente il futuro stesso del movimento.
La discussione è scatenata da Linus Torvalds il quale, con un messaggio sulla Linux Kernel Mailing List (LKML), ha esplicitamente escluso la possibilità che il codice di Linux possa convertirsi alla nuova GPL Version 3 in fase di definizione. Torvalds difende la seconda versione e di conseguenza lo scontro non può che manifestarsi in ambito DRM, punto sul quale la nuova GPL in studio alla FSF intende intervenire per derimere i problemi a cui l’utenza potrebbe andare incontro (alla luce del passato e degli scontri più o meno diretti con Microsoft).
Lo scontro è dunque tra due approcci diversi all’open source: quello più morbido di Linus Torvalds vede la proprietà intellettuale come un principio incontrastabile, mentre quello più radicale di Richard Stallman intende negare ogni proprietà intellettuale e improntare su questo indirizzo tutto l’impegno della propria associazione. Torvalds dipinge dunque come utopico l’ideale FSF e mantiene un profilo più concreto vedendo nella vecchia GPL 2 un riferimento ancora integro ed affidabile.
La vicenda costituisce un piccolo terremoto che renderà ora più chiaro il dibattito di implementazione della nuova GPL, la cui ufficializzazione non dovrebbe avvenire comunque prima del 2007. Torvalds è stato chiaro: se la bozza verrà confermata (e il mercato di Linux continuerà ad essere ostacolato dal nuovo principio del «digital restrictions management») Linux rimarrà alla GPL 2.