Layout, colori, testo editabile, un semplice pannello di controllo, drag&drop per modificare a piacimento la presentazione della pagina, modulo di upload per inserire le proprie immagini: Google Page Creator è a tutti gli effetti il Frontpage del Web 2.0, uno strumento online gratuito che permette di creare con grande facilità le proprie pagine web senza dover minimamente sfiorare alcun codice. Qualunque newbie potrebbe insomma fare la propria pagina semplicemente scegliendo la grandezza del font e la posizione dell’immagine sullo schermo: le nozioni che ha qualunque segretaria in grado di usare Microsoft Word sono più che sufficienti.
Sono bastate poche ore per bloccare l’accesso a Google Page Creator e per scatenarvi attorno una serie di domande, riflessioni, analisi, suggestioni. Ora il servizio sembra essere tornato online. Senza ambire ad imbastire una riflessione lineare sul servizio messo a punto da Google, una serie di spunti va però inanellata:
- Veloce, rapido, ottimo per i cosiddetti “newbie”. Di servizi simili ce n’erano già (vedi Onlinesitecreator) e forse di uno ulteriore non se ne sentiva impellente la necessità. Google Page Creator, però, costituisce una evoluzione del processo che in tutto e per tutto intende guardare al Web 2.0 come tappa inevitabile dello sviluppo: il processo di costruzione della pagina fa ampio uso del linguaggio Ajax, la struttura modulare fa a meno dello schema tabellare ed inoltre l’interazione diretta con la pagina senza il passaggio per il codice implica una palese evoluzione rispetto al paradigma precedente. Non era forse strettamente necessario, ma sicuramente non va dalla parte sbagliata: Google Page Creator a poche ore dal lancio è stato bloccato per eccesso di richiesta e solo nelle ultime ore il servizio sembra essere stato nuovamente sbloccato ed aperto al pubblico.
- Perché non applicato a Blogger? Chissà. In effetti poter manovrare la struttura del proprio blog con le qualità di Ajax avrebbe permesso maggiori opportunità e probabilmente la comunità blogger avrebbe anche meglio fruito delle possibilità del servizio. Tuttavia sussiste anche un lato opposto della medaglia: Google Page Creator avrebbe potuto costituire un fattore limitante per la comunità blogger all’interno della quale in molti avrebbero potuto sedersi sugli allori di un comodo “frontpage” senza andare a “sporcarsi le mani” con il codice (tutto sommato un espediente importante nella selezione qualitativa del proprio target). Che Google non abbia voluto? Che Google vi arrivi solo fra un po’ di tempo? Che Google non ritenga necessario il tutto? Difficile a dirsi e l’interrogativo rimane in sospeso.
- Semplice esperimento: una pagina creata in pochi minuti (e con risultato decisamente gradevole nonostante il minimo sforzo), quindi la validazione tramite l’apposito validatore messo a disposizione dal W3C. L’esame è portato avanti alla luce di quanto dichiarato nel Doctype: «DTD XHTML 1.0 Strict». Risultato: «Failed validation, 17 errors», insomma «This page is not Valid XHTML 1.0 Strict!». Il codice prodotto è stato bocciato. Nonostante ciò crea un codice già migliore di molti “amanuensi”, pur con tutti i difetti spiazzanti che nuove versioni sapranno probabilmente eliminare: se è per newbie si può sicuramente chiudere un occhio sul giudizio del Validatore W3C: offriamo un voto politico, in attesa di maggiore impegno alla prossima prova.
- Google Page Creator offre la forte impressione di essere un servizio incompleto e ciò soprattutto alla luce delle potenzialità che il tutto potrebbe avere in commistione con altri servizi che Google offre ai Webmaster. Perché, insomma, non adoperarsi affinché anche le “Googlepages” non abbiano i propri annunci AdSense? Basterebbe un piccolo modulino tra i tool disponibili, non dovrebbe essere uno sforzo troppo gravoso. Ed a questo punto perché non offrire in automatico le statistiche di Google Analysis? Perché Google non ha fin da subito legato le varie offerte in un unico prodotto più completo e performante? Vista la coincidenza temporale degli annunci, la mossa sembra quasi una risposta immediata all’offerta Basic di Microsoft Office Live, forse uno sgambetto a Microsoft in vista del prossimo lancio dell’offerta per avere un sito web gratuito con tanto di casella di posta e dominio.
- Chi si ricorda i tempi dei fasti di Xoom e Geocities? Esplodeva il Web 1.0: sembrava che tutti dovessero avere la propria homepage personale, ed era un rifiorire di pagine create con frontpage o altri editor improvvisati, con Notepad che diventava un elemento di distinzione, un’arma in mano solo ai newbie più raffinati. C’era selezione già allora, quando l’HTML era ben più elementare delle attuali strutture del codice. I newbie di allora sono quelli che oggi guardano con diffidenza a questo nuovo progetto e da più parti sembra quasi emergere una sensazione di timore nei confronti di questa invadenza: Google sostituirà i Webmaster? Accantonerà i Webdesigner? No, assolutamente no, si lanci ogni anatema possibile contro questa suggestione: la maturazione di una produzione “seriale” dei siti web è attiva da tempo ed è inevitabile, così come una certa selezione naturale all’interno del gruppo dei professionisti. E per “naturale” leggasi “salutare”. La creatività e la logica sono peculiarità dell’uomo e nessuno strumento replicante in serie potrà sostituirli. Certo ora c’è un competitor in più, ma chi vuole un sito di successo non si affiderà sicuramente mai a produzioni seriali e servizi gratuiti. Timore vano, insomma: Google Page Creator non può far paura.
Questione di target: il servizio è a disposizione di chi si avventura per la prima volta nella costruzione di una pagina, soddisfacendo la sua fame ma moltiplicando la sua sete. Google non vuol sostituire nessuno perché, semplicemente, non è nel suo interesse. Google vuole solo che quanta più gente possibile possa crearsi un profilo ed una vita digitale in Rete. Google Page Creator è solo l’ennesima opportunità offerta.