Una prima tegola (prontamente rimandata al mittente) cade sui domini .eu. Dopo i primi giorni di gloria fatti di oltre un milione di registrazioni in poche ore, infatti, una pesante accusa viene scagliata verso l’EURid, gruppo che gestisce il Tld europeo: alcuni registrar sarebbero fasulli e la distribuzione dei domini non sarebbe dunque avvenuta su base paritaria.
Tutto parte dal blog di Bob Parson, fondatore e CEO di GoDaddy.com (uno dei registrar nell’elenco EURid). L’accusa è sufficientemente circostanziata: oltre 350 registrar sarebbero fittizi e facenti riferimento ad un unico gruppo. Tale gruppo, potendo contare su più turni nella filiera di registrazione, ha più probabilità di registrare il dominio desiderato ed è dunque indebitamente favorito rispetto alla concorrenza.
I registrar accettati dall’EURid sarebbero oltre 1500, ma molti di questi sarebbero stati secondo l’accusa aggiunti solo all’ultimo momento. Sarebbero molti, dunque, i doppioni fittizi creati al solo scopo di aver maggior voce in capitolo in fase di acquisizione dei domini: nomi simili e contatti identici smaschererebbero i falsi registrar, ognuno peraltro depositario di una somma di garanzia pari a 10.000 euro.
La pietra lanciata da Parson rischia di arrecare una situazione poco piacevole al decollo dei .eu: la rischiesta è espliticamente quella di «congelare» le registrazioni, verificare l’autenticità e la regolarità del registrar e di procedere quindi a rimettere sul mercato i domini così registrati (il che comporterebbe non pochi problemi ad utenti eventualmente inconsapevoli del procedimento attuato). Parson parla esplicitamente di una falla nel processo organizzativo (altrimenti elogiato per la condizione paritaria di accesso offerta a tutti i registrar) consistente nella eccessiva semplicità di accreditamento per un registrar.