«AIIP ha presentato una richiesta di Accesso agli Atti di AGCOM per ottenere formalmente le motivazioni della decisione della scorsa settimana che hanno autorizzato Telecom Italia a lanciare Alice 20Mbps. Secondo AIIP vi sono pochi dubbi che una eventuale avvio della commercializzazione di questo servizio sarebbe gravemente lesivo della concorrenza e del mercato». Con questo comunicato l’Associazione Italiana Internet Provider intende rendere pubblico il proprio rammarico per la (ennesima) mancata ostruzione da parte dell’AGCOM a Telecom Italia di fronte a quella che è giudicata come una iniziativa inaccettabile a livello concorrenziale.
Nel comunicato si aggiunge: «la proposta di Telecom agli altri operatori di diventare suoi rivenditori, approvata dalla Commissione Infrastrutture e Reti dell’Autorità, appare ad AIIP assolutamente in contrasto con le normative in vigore, ed in particolare con la delibera 34/06 che la stessa AGCOM si era data a fine 2005 in occasione del provvedimento sul mercato della larga banda all’ingrosso». AIIP punta direttamente il dito contro il Presidente Calabrò, reo di aver votato favorevolmente all’approvazione del piano Telecom, ed il Presidente Stefano Quintarelli aggiunge: «A fine 2005 l’AGCOM ha introdotto delle garanzie per i concorrenti, per il periodo di transizione regolamentare che dovrà portare all’offerta Bitstream. Ora la Commissione Infrastrutture e Reti ha fornito una autorizzazione a Telecom Italia in contrasto con quelle stesse regole che AGCOM stessa si era data poco più di tre mesi fa. Attendiamo di conoscere le motivazioni di questa decisione che autorizzerebbe Telecom Italia, di fatto, a degradare gli altri operatori a suoi meri rivenditori, una decisione che ci sembra possa apparire come uno schiaffo alla concorrenza».
Alice 20Mbit dovrebbe arrivare a metà Maggio con un prezzo di 36.95 euro ed una capacità di 20Mbit in download e 384Kbps in upload. Coperte poco più di 400 centrali. Secondo AIIP l’autorizzazione AGCOM è inspiegabile, pericolosa ed in grado di «vanificare gli investimenti fatti dagli operatori alternativi».