Nel 2004 Coca Cola aveva cavalcato la prima ondata della musica digitale creando un music store basato su OD2 (il gruppo fondato da Peter Gabriel) e sul DRM di casa Microsoft. Il music store ebbe un importante successo e per un certo periodo ha anche vestito i panni del leader sul mercato inglese. I tempi sono però cambiati e l’avvento di iTunes ha spazzato via ogni velleità: oggi Coca Cola annuncia che chiuderà il servizio.
Mycokemusic era un esperimento che intendeva fondere le opportunità del music store al sito per la promozione del brand della bibita: le promozioni Coca Cola hanno regalato credito da usare sul music store e l’acquisto era inoltre aperto a tutti tramite l’acquisizione di credito mediante carta di credito. Nello stesso periodo Pepsi siglava un accordo con iTunes che avrebbe portato l’accoppiata ad una (poco fortunata) promozione legata al SuperBowl 2004. Nel 2005 il tracollo aveva già segnato le sorti del progetto MyCokeMusic, portandolo in sesta posizione nella classifica dei music store più frequentati del Regno Unito. La chiusura arriva come logica conseguenza di una situazione di mercato non più sostenibile.
MyCokeMusic Italia
Al momento la sezione italiana del music store rimane attiva (per accedervi è necessario avere Internet Explorer in quanto la navigazione risulta inibita con Firefox o altri browser): in un paese ove iTunes ed iPod non hanno ancora sfondato come successo invece altrove, probabilmente per il servizio c’è ancora un qualche margine di successo. Gli account sospesi in Inghilterra potranno ora spostare il proprio credito su altri servizi Loudeye (il gruppo che proprio nel 2004 ha fatto proprio OD2 per circa 40 milioni di dollari) oppure spendere le rimanenze entro la fine di Luglio, dopodichè ogni attività verrà sospesa.
Una apposita FAQ è stata predisposta per illustrare all’utenza i motivi della dipartita. Coca Cola spiega che il mercato del 2004 era molto differente ed il gruppo per entrarci avrebbe dovuto sviluppare un music store in proprio. «ora non è più così e non c’è più necessità da parte di Coca Cola di continuare a mantenere in vita lo store».