Nella giornata di ieri sono bastati pochi minuti per far perdere al Nasdaq tutto ciò che era stato faticosamente conquistato dopo varie sedute in rotta positiva. La situazione non è tra le migliori fin dall’inizio, ma è la scintilla Yahoo a far detonare il tutto con effetti che presumibilmente non si esauriranno in una sola seduta di contrattazione.
Sono le 12 a Wall Street quando il titolo YHOO crolla a quota 25 dollari dopo un’apertura a 29. Gli scambi sono nell’ordine di vari milioni di azioni in poche ore dopo un paio di ore prive di scambi in attesa che il management del gruppo parlasse alla comunità finanziaria. Quando il numero uno del gruppo Terry Semel annuncia un rallentamento della raccolta pubblicitaria con conseguenze dirette sui risultati della prossima trimestrale, la curva di discesa dello stock azionario diventa verticale.
Il crollo di Yahoo a Wall Street
Secondo quanto annunciato da Semel a subire il rallentamento sono in particolare i servizi in ambito finanziario e motoristico ed il fermo è tanto accentuato da spingere ad un forte ribasso le entrate previste per il terzo trimestre dell’anno. Ad emergere è soprattutto la preoccupazione in quanto il crollo della domanda pubblicitaria si è manifestata solo nelle ultime settimane e non sembra avere una apparente motivazione diretta. Il tutto potrebbe dunque costituire una inversione di tendenza importante da tenere in forte considerazione anche per il prossimo futuro.
Se il rallentamento non è causato da Yahoo (la cui quota di mercato è sì scesa, ma di una piccola percentuale non tale da motivare il panico di queste ore) ma direttamente correlabile ad una congiuntura più generale, a patirne saranno tutti coloro i quali sulla pubblicità e su particolari servizi annessi ergono la propria attività. Il crollo del 13% di Yahoo, infatti, non è solitario ma è accompagnato dai forti ribassi registrati tanto da eBay quanto da Google, entrambi vicini al -5% prima di recuperare parzialmente verso un meno drastico -3.5%.
Occhi puntati, ora, sui dati provenienti dalla concorrenza per commisurare il rallentamento di Yahoo con quello che è il trend generale del settore. Nel gruppo dei big del Nasdaq si salva solo Microsoft, al di fuori dei problemi emersi in quanto il suo motore di ricerca rimane al momento al di fuori dell’elite del settore.