Alcuni rumor avevano nelle ultime settimane suggerito la possibilità che Google si fosse trattenuta parte della quotazione di YouTube come riserva per eventuali costi legati a spese legali derivanti dall’opera di bonifica sui contenuti del servizio. A distanza di poche ore dall’ufficializzazione dell’espletamento delle ultime formalità legate all’acquisizione, emerge solo una parziale smentita delle ipotesi della vigilia: la quota di riserva esiste, ma è limitata a 200 milioni invece di 500.
Google sta togliendo da YouTube tutti quei filmati che, previa segnalazione, sono stati riconosciuti come illeciti. Alcuni accordi sono stati resi pubblici fin da subito per manifestare la piena buona volontà da parte del gruppo di Mountain View di scendere a patti con le varie fonti di contenuto eventualmente danneggiate dalla presenza di YouTube. Una denuncia è stata segnalata anche per Google Video, mentre su YouTube sarebbero già stati segnalati filmati relativi al Bayern Monaco e di cui il presidente Karl Heinze Rummenigge ha chiesto immediata rimozione a salvaguardia dei diritti concessi alle televisioni.
A proposito di video, un caso tutto italiano è quello tristemente noto in questi giorni e relativo al filmato del ragazzo down ripreso ed immesso su Google Video. Il blog italiano del motore di ricerca riporta un commento di Stefano Hesse, Corporate Communications & Public Affairs Manager per Google Italia, che merita di essere ripreso in quanto puntualizza una situazione che poco contribuisce ad una corretta informazione sul caso: «in relazione alle recenti dichiarazioni a me attribuite dalla stampa, […] mi preme evidenziare l’incompletezza di tale frase (“Google Italia non provvede a controllare nulla poichè i dati si trovano su server esteri”), che attribuisce al sottoscritto e a Google Italia una posizione di distacco e direi quasi menefreghismo che ovviamente non rispecchia in alcun modo il nostro operato. Oltre a evidenziare la completa solidarietà, mia personale e di tutta Google, al ragazzo oggetto del video e alla sua famiglia, ribadisco innanzitutto la nostra totale disponibilità e cooperazione con le Autorità e correggo l’errata frase a me attribuita: le attività relative a Google Video vengono effettuate da personale che non risiede in Italia, quindi noi localmente non abbiamo accesso diretto al contenuto, motivo per il quale abbiamo immediatamente contattato il team che si occupa di questo prodotto, lavorando a stretto contatto con chi si occupa delle indagini […]».