«From November 8, 2006 through December 31, 2007, we’ll process your Checkout transactions for free»: esatto, dall’8 Novembre 2006 al 31 Dicembre 2007. Google ha deciso di estendere per tutto il 2007 l’offerta di transazioni gratuite tramite Google Checkout per tentare di imporre il proprio sistema di pagamenti concorrente all’affermato PayPal di eBay.
Google continua a negare la concorrenza con PayPal, spiegando che il sistema Google è ideato semplicemente per velocizzare, semplificare ed assicurare le procedure di autenticazione necessarie per i pagamenti online (raccomandazione peraltro espressa anche in sede ONU tramite l’International Telecommunication Union), mentre dal gruppo eBay non giungono commenti circa le iniziative della concorrenza. Le uniche certezze del momento sono il grande succcesso già certificato per PayPal, la grande crescita di Google Checkout nei primi mesi di attività e l’enorme potenziale che il settore ancora ha a disposizione.
Secondo quanto affermato da Martin Pyykkonnen a USA Today, però, eBay avrebbe di che preoccuparsi: PayPal raccoglie un quarto degli introiti del gruppo e le pressioni della concorrenza non possono essere un fattore ignorato o sottovalutato. A partire dal 2008 Google dovrebbe tornare al tariffario previsto per Checkout, pari al 2% del valore della transazione, salvo garantire la gratuità del servizio (entro certi limiti) per i clienti AdWords.
La concorrenza tra i servizi è forte, ma è garantito uno spazio per entrambi i poli alla luce di un mercato dai numeri ormai in vorticosa ascesa. In Italia il fenomeno è limitato, ma esplosivo, mentre in Europa, dove già l’e-commerce ha raggiunto valutazioni di tutto rispetto, il Natale è atteso con nuovi ulteriori record. Spiega James Roper, amministratore delegato di Interactive Media in Retail Group (IMRG), a Reuters: «Internet sta crescendo a spese dei negozi in strada […] La storia che abbiamo sentito in passato, che le vendite al dettaglio su Internet non decollano perchè la gente vuole sentire la frutta e toccare il cardigan non è più vera».