Quella di EMI è una vera e propria pausa di riflessione: le tecnologie anti-copia introdotte nei CD non funzionano come dovrebbero. Le tecnologie di protezione dei supporti erano state create per osteggiare la masterizzazione selvaggia dei contenuti, così da tenerli lontani dai canali propri della pirateria, ma alla lunga i vantaggi sortiti sono stati ben minori rispetto agli svantaggi e la cosa non può durare ulteriormente: il bilancio costo/benefici ha bocciato la strategia intrapresa.
EMI ha dunque spiegato di voler riconsiderare l’uso delle protezioni e, nel frattempo, ne ha sospesa l’adozione. I supporti protetti erano stati diffusi in Europa, America latina ed Asia (non un Inghilterra e USA). EMI tiene comunque aperta ogni possibile soluzione, anche se il passo indietro è a questo punto più che significativo. Spiega una portavoce a Reuters a proposito del sistema anti-copia: «non significa che l’abbiamo scartato, ma stiamo valutando la cosa».
La notizia era stata anticipata da NVPI il 4 Gennaio, trovando in seguito rispondenza su Boing Boing 4 giorni più tardi. La stessa produzione del sistema anti-copia TotalPlay-system di Macrovision risulta essere stata sospesa. Il motivo è di per sè semplice: impedire all’utenza di poter copiare le proprie canzoni per portarle sul proprio iPod, significa sconsigliare l’acquisto indicando nel download illegale il mezzo più utile per portare la propria musica sul player preferito. Eliminare questo vincolo significa tornare ad offrire all’utenza un maggiore diritto in fase d’acquisto, restituendo ai CD il loro valore originario.
Dalla traduzione originaria dell’articolo NVPI emerge una nota a margine di non poca rilevanza: le tecnologie anti-copia non vanno confuse con il DRM adottato sui file digitali in quanto sistemi di protezione differenti e distinti nell’uso (sia pur se propri dello stesso principio e forieri di simili limitazioni).