Una serie di acquisizioni quantomeno onerose, una serie di scelte quantomeno discutibili, una serie di errori più o meno ammessi: eBay esce da un periodo dai toni altalenanti in cui i fatti raramente hanno dato ragione agli analisti, uniti da mesi nel consigliare l’acquisto delle azioni del gruppo. La terapia di Meg Whitman, però, sembra iniziare a dare i propri risultati e la comunicazione relativa alla trimestrale di cassa ha risollevato gli entusiasmi attorno al titolo.
Davanti ai giornalisti di Associated Press il CEO eBay non nasconde il proprio ottimismo: «è stato un trimestre molto buono che chiude un anno altrettanto positivo». Numeri alla mano, il trimestre va in archivio con entrate per 1.72 miliardi di dollari ed un balzo del 29% rispetto agli 1.33 mld dell’anno precedente. Il netto è di 431 milioni, in salita del 27% anno-su-anno, posizionando dunque il risultato ottenuto sul margine più ottimista delle previsioni avanzate alla vigilia.
In chiusura d’anno eBay può contare un netto da 1.13 miliardi (79 centesimi per azione), in salita del 4% rispetto all’anno precedente. Le entrate totali sono state di 5.97 miliardi, il 31% in più rispetto al 2005 e soprattutto al di sopra di ogni più ottimistica previsione. Per il prossimo anno, a questo punto, le attese vedono per il gruppo ricavi da 1.25/1.29 dollari per azione.
Il balzo del titolo eBay (by Google Finance)
Sulla scia di quanto comunicato, il titolo è immediatamente balzato al Nasdaq. In crescita grazie al traino di una giornata positiva per tutto il listino, il titolo eBay è balzato del 4.82% durante le contrattazioni e di un ulteriore 12% durante le valutazioni after-hour. A far balzare le quotazioni (riportando il titolo ad un livello più consono rispetto ai ricordi gloriosi di inizio 2006) contribuiscono anche gli ottimi report provenienti da PayPal e Skype, l’uno ormai giunto ad una soglia critica importante (ed apparentemente solo sfiorato al momento dall’impatto di Google Checkout) e l’altro pronto a lanciare a livello internazionale le proprie nuove offerte commerciali.
Ciliegina sulla torta di una giornata memorabile per gli investitori del gruppo, arriva anche una importante vittoria legale che mette al riparo Skype dalle accuse della Streamcast Networks (conosciuta per aver sviluppato il client P2P Morpheus) con richieste giunte a 4 miliardi di dollari e respinte ora dalla giustizia federale. Il caso iniziò nel 2006 e verteva sulla proprietà intellettuale di particolari tecnologie adoperate da Skype ed apparentemente sotto proprietà Streamcast Networks.