«Completamente senza logica nè merito»: è questo il giudizio proveniente da Warner Music nei confronti dell’appello di Steve Jobs affinchè le major abbandonino il Digital Right Management per abbracciare nuovi tipi di mercato e di distribuzione. Il giudizio giunge per voce del CEO Edgar Bronfman ai microfoni del Financial Times.
Le parole di Jobs hanno inevitabilmente scatenato un piccolo putiferio. Mentre EMI inizia a testare la distribuzione di file DRM-free, infatti, Warner Music dichiara pubblicamente la propria avversione nei confronti di questa idea facendo implicitamente il gioco di Jobs: è la casa di produzione a rifiutare di cambiare sistema, esattamente così come Apple aveva asserito. Una risposta della FIMI aveva invece puntato il dito contro le discrasie della teoria di Steve Jobs, cogliendo dunque maggiormente nel segno.
Nella giornata di ieri, intanto, il titolo del gruppo è sceso ampiamente a Wall Street dopo aver chiuso in grande rialzo al termine della seduta precedente. Il calo è dovuto al bilancio in discesa con una diminuzione dei profitti causata direttamente da un forte calo delle vendite. Alla luce di questi risultati il discorso sul DRM diviene di importanza strategica e l’intervento del CEO non sembra però lasciare margini troppo ampi di trattativa.