L’altro giorno sono andato alla presentazione di un nuovo negozio di arredi. Total white era la parola d’ordine per l’idea progettuale, dopo un breve giro mi accorgo con sorpresa della coppia di iMac 24″ pronti a lavorare sulle loro scrivanie.
In un contesto moderno e trendy come quello in cui mi trovo devo ammettere che l’iMac si inserice perfettamente. Non resisto e inevitabilmente lo provo, lasciando perdere per una quarantina di minuti il rinfresco.
Ovviamente il “pezzo forte” è lo schermo: nitido, brillante e coerente nel riportare agli occhi i colori primari. Non si evidenziano aloni inaspettati al centro e ai bordi, così come rumore nei contrasti. Provo i programmi CAD e 3D installati: mi sembra di disegnare su un’A2 (..ripenso a quando all’università seguivo “disegno automatico” su un monitor CRT da 15″!).
Pensare all’iMac come strumento professionale non è assolutamente fuori luogo. La scheda grafica NVIDIA 7300 GT con 128MB di memoria SDRAM GDDR3 dedicata soddisfa le esigenze in termini di velocità e risposta che i 1920×1200 pixel richiedono. La RAM è di 1 giga, ottenuta dalla collaborazione di due barrete DDR2 a 667MHz (PC2-5300) da 512MB, e per archiviare i dati c’è un’ unità seriale ATA da 250GB (7200 giri/minuto).
Il cuore dell’iMac in questione è il Processore Intel Core 2 Duo a 2,16GHz. Il modello è quello “T” (se non ricordo male), cioè lo stesso montato anche sul MacBook Pro.
L’aggiunta di una porta Firewire 800 amplia ulteriormente le possibilità operative di questo elegante AIO (all-in-one) firmato Apple, che abbinato alla pulizia della forma e alla razionalità delle proporzioni, si pone come strumento adeguato non solo tra le mura di casa/ufficio, ma anche in spazi in cui il contatto visivo e fisico con il pubblico sottointende una valorizazione delle loro esigenze, utilizzando i mezzi tecnicamente adeguati inseriti in un’oggetto emotivamente confortante.
In questo senso dunque l’iMac è una scelta valida.