Nell’estate del 2002, dai laboratori di Cupertino uscì il primo eMac. Inizialmente dedicato esclusivamente al mercato educational, appena un paio di mesi dopo a fronte di un interesse più generalizzato del previsto, venne estesa la possibilità di acquisto anche ad utenti singoli.
Questo computer era dunque pensato per scopi didattici e offerto ad un prezzo inferiore rispetto a tutta la gamma Apple, al costo di una semplificazione della componentistica. L’eMac era composto da un case bianco lucido che integrava lo schermo piatto da 17 pollici CRT ( risoluzione massima di 1280 x 960 pixel ), le piccole casse audio frontali, l’unità ottica e infine il sistema vero e proprio.Il concetto era omologo a quello caratteristico del “vecchio” iMac DV.
L’eMac prima serie era animato da un processore PowerPc G4 (serie 7475) con una velocità di clock che andava dai 700 agli 800 MHz e un disco rigido di 40 o 60 Giga. Inizialmente privo di masterizzatore, venne aggiunto in coincidenza con la commercializzazione “libera” del prodotto, e in seguito sul modello di punta ci sarebbe stato spazio anche per il SuperDrive.
Questa interessante iniziativa commerciale, che poneva il problema di fornire un supporto informatico senza troppi fronzoli ma comunque ben congeniato ad un’utenza basilare come quella scolastica venne sospesa dopo periodici aggirnamenti e speed bumps nel 2005.
Sospesa e non terminata dato che ora una versione “depotenziata” dell’iMac Intel con schermo da 17 pollici ha raccolto il testimone lasciato un paio di anni fa dall’eMac e anche se la vendita (per ora) è destinata solo ad istituti e non a singoli acquirenti.